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DALLA PIRAMIDE DI SAQQARA A QUELLA DEL MUSEO DEL LOUVRE

Ancora sulle piramidi, ma questa volta vogliamo porre l’attenzione sulla “tipologia costruttiva”. Ogni popolo e civiltà ha una propria evoluzione culturale e tecnica che li spinge a costruire i loro monumenti o manufatti in base a delle loro specifiche forme e soluzioni tecnologiche che ci possono aiutare a datarle. La datazione di una costruzione può quindi essere indicata dalle modalità costruttive.

Le piramidi egizie hanno anche loro differenti modalità costruttive che possono aiutare a capire la loro datazione.

Noi oggi quando abbiamo deciso di costruire una piramide davanti al museo Louvre non l’abbiamo fatta con mattoni o sassi ma con i NOSTRI materiali tipici della nostra civiltà: Acciaio e vetro.

Di acciaio e vetro sono quasi tutti i grattacieli newyorkesi.

Se esaminiamo degli edifici dei primi del 1900 possiamo trovare l’inizio dell’utilizzo del Cemento Armato. In cemento armato son quasi tutti i nostri ponti e strade. Il cemento è un’invenzione romana con cui hanno ad esempio costruito il Pantheon. Ma i romani non lo avevano mai abbinato al ferro che aiuta il cemento a resistere agli sforzi di trazione. Se trovassimo una costruzione in epoca romana realizzata in cemento e ferro, avremmo un “oopart” cioè un oggetto fuori tempo, fuori contesto.

Stesso discorso dei ponti ed edifici del 1800 che hanno utilizzato ferro e rivetti ribattuti a caldo, con cui Eiffel ha costruito la sua torre. Ferro e rivetti hanno avuto centinaia di utilizzi e realizzazioni anche nel settore nautico, anche se recentemente per saldare lastre di acciaio delle navi si ricorre anche alle saldature ossiacetileniche.

Queste tecniche costruttive saranno utili ai futuri archeologi per datare con una buona approssimazione le costruzioni della nostra civiltà.

Ma torniamo alle solite piramidi e quelle egiziane in particolare.

La cronologia ufficiale ci dice che la prima piramide egizia è quella di SAQQARA del 2.630 ac.

E’ stata costruita come un assemblaggio di varie “mastabe” (costruzioni rettangolari) destinate a sepolture. Questo assemblaggio è stato realizzato verticalmente realizzando una piramide a Gradoni. E’ da questa piramide che si è diffusa la “voce” che le piramidi siano delle Tombe, perchè le mastabe erano Tombe e l’unione di decine di Mastabe ha formato la piramide a gradoni di Saqqara (il faraone Zoser è morto ad oltre 90 anni e aveva centinaia di moli, figli e nipoti).

Il materiale utilizzato sono dei blocchi di calcare siliceo squadrati e legati tra loro da malta, di piccole e medie dimensioni.

L’altezza complessiva di questa piramide è di 60 metri.

C’è chi ha associato questa forma architettonica alle ziggurat mesopotamiche.

Lo scopo finale è verificare se le piramidi di Giza si inseriscono in questo contesto costruttivo.

Il padre di Cheope (Snefru) ha avuto attribuito la costruzione di ben TRE piramidi. La piramide rossa, Romboidale e la piramide di Huni. L’ultima non è stata capace di arrivare da noi integra ma quasi completamente distrutta. Anche le altre due piramidi (la piramide rossa e quella romboidale) hanno avuto problemi di costruzione già a suo tempo. Quella romboidale ha avuto cedimenti e crolli per il proprio peso già a metà altezza da costringere i costruttori a modificare la pendenza per arrivare prima alla fine, eliminando di molto il peso delle pietre usate. Stesso discorso per quella rossa che ha diversi cedimenti.

Per entrambe il grosso dell’errore risiede nel costruire sulla sabbia, notoriamente un materiale poco stabile e che mal si presta a sopportare pesi di centinaia di migliaia di tonnellate.

Ma poi si arriva alle grandi piramidi della Piana di Giza quelle attribuite a Cheope e Chefren. In queste piramidi si nota un improvviso cambio di tecnica costruttiva.

Innanzitutto si decide di poggiare le costruzioni su una base solida di calcare. Pertanto viene spianata per prima la “piana di Giza” e successivamente si è realizzata la piramide con blocchi di calcare di grandi dimensioni (quasi un metro cubo a blocco) dal peso oscillante dai 800 kg ai 1200 kg.

Questi blocchi di grande dimensioni arrivano sino a 80/100 tonnellate nella camera del re, in cui si è scelto oltre che aumentare le dimensioni dei blocchi usati anche in un materiale molto più resistente. Al posto del calcare, il granito di Assuan, scavato e portato da 1000 km di distanza.

Anche il posizionamento di questi monoliti deve aver richiesto sforzi non indifferenti per portarli sino ad oltre 140 metri di altezza.

Come si sa vi sono due “correnti di pensiero” sulla grande piramide di Cheope.

La versione “ufficiale” ci dice che è stata realizzata dal faraone Cheope per ospitare la sua mummia, quindi come tomba.

L’attribuzione a questo faraone però pone forti limiti temporali. Infatti non poteva ordinarne la sua costruzione se non DOPO che era diventato faraone. Ma poiché è vissuto ancora 20 anni, la versione ufficiale ci dice che è stata ultimata in questo lasso di tempo.

Vi sono però molti studiosi che ritengono questa versione poco “credibile” e sostengono la tesi che non è stato Cheope a costruire la Grande Piramide.

Vi sono infatti alcune cose da puntualizzare:

-1 La grande piramide è composta da 7 milioni di tonnellate di calcare, oltre ai monoliti da 80 tonnellate di cui abbiamo parlato. La maggior parte dei blocchi che costituiscono questa enorme costruzione sono di circa 1 tonnellata. Pertanto la matematica ci dice che vi sono (circa) 7 milioni di blocchi che sono stati scavati, trasportati nella piana di giza, sollevati sino a 140 metri di altezza, levigati e posizionati con una precisione millimetrica per formare una piramide con i 4 lati che a 140 metri si univano in un’unico punto.

Facciamo due calcoli. Vi sono 60 minuti in un’ora, 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, per 20 anni …. 60x24x365x20 = 10.512.000 MINUTI. E’ una calcolo che chiunque può fare. Se l’avessero costruita in 20 anni vuol dire che han dovuto collocare 7 milioni di blocchi in 10 milioni e 512 minuti = (10,512 diviso 7) = 1,5 minuti

UN BLOCCO OGNI 1,5 MINUTI con turni ininterrotti di 24 ore per 20 anni. Questo è quello che ci dice la versione “ufficiale” e noi dobbiamo credere che ciò sia tecnicamente possibile.

Poiché chiunque si accorge che è una cosa irrealizzabile, sono state dette altre assurdità ( come quella di Erodoto) che gli operai che ci hanno lavorato erano 100.000.

Gli archeologi però hanno convenuto che era una esagerazione perché fisicamente un cantiere di costruzione con 100.000 persone era fisicamente ingestibile.

Han parlato di migliaia di schiavi utilizzati come bestie da soma per trasportare a quelle altezze i blocchi attraverso rampe inclinate.

Anche questo si è rivelato falso. Primo perchè gli egiziani non hanno mai avuto schiavi (non esiste un solo geroglifico sia quelli arcaici che quelli tolemaici che descrive la parola SCHIAVO)…erano TUTTI operai specializzati.

Sulla posizione delle rampe si è discusso per decenni. Una sola centrale con un’inclinazione del 10% sarebbe stata lunga 1,5 chilometri ed avrebbe richiesto per farla 3 volte le pietre che ha richiesto la piramide.

Si è anche pensato ad una serie di elementi in legno (specie di gru) ad ogni piano che portavano ogni singolo blocco, piano per piano sino al suo posizionamento. Peccato che nel periodo in cui è vissuto Cheope gli egiziani non conoscevano la Carrucola e quindi per sollevare blocchi da 1 tonnellata …ci sarebbero stati grossi problemi tecnici per farlo con una semplice corda…sopratutto quando un blocco sarebbe dovuto essere portato a 140 metri di altezza e l’operazione di sollevamento dovrebbe essere ripetuta per centinaia di volte (piano su piano). Non dimentichiamoci sempre quel fatidico 1,5 MINUTI per blocco…l’orologio non si ferma. Tutte le osservazioni del punto 1 non fanno spostare di un millimetro le sopracciglia degli esperti, incrollabili nelle loro certezze e li fa giungere alla conclusione che la Grande piramide è lì da vedere, l’ha costruita Cheope e quindi …in qualche maniera l’ha fatta.

Punto 2 – l’attribuzione al faraone Cheope è stata data da un cartiglio dipinto con un pennello ed ocra rossa sulla parete di una camera sopra quella del Re scoperta dal colonnello Vise alla fine del 1800 (utilizzando uno dei mezzi solitamente usati dagli archeologi…la dinamite).

Sin da subito gli esperti egittologi di quel periodo misero in forte dubbio l’autenticità di quel “dipinto” fatto con la terra del deserto. I giornali di allora dicevano che un dipinto con la terra rossa poteva avere migliaia di anni come pochi giorni, alludendo velatamente al fatto che sia stato lo stesso Vise a farlo.

Questo dipinto però faceva comodo ad una certa egittologia perché attribuiva finalmente ad un faraone noto una piramide che altrimenti rimaneva senza una paternità Egizia. Anche allora si diceva che quella costruzione fosse di tale imponenza che non potevano averla fatta degli uomini ma che era opera degli DEI e che gli egiziani se l’erano trovata già fatta quando si sono insediati in quel territorio.

A perorare la tesi della costruzione fatta dal faraone Cheope, si è volutamente minimizzata la difficoltà, alzando il tiro. L’ha fatta SICURAMENTE Cheope perché suo padre di piramidi ne ha fatte addirittura TRE (sempre ovviamente in 20 anni), quindi che ci vuole….

Su questa pagina vi è un articolo che parla come l’attribuzione a Cheope attraverso il cartiglio in colore rosso sia un falso storico, ma rimaneggiato anche da Hawass in tempi recenti.

-3 La piramide di Cheope come tomba.

Nella camera del Re c’è infatti un sarcofago in granito. E’ vuoto, manca il coperchio, e manca anche la mummia. Ma è evidentemente la prova che lì c’era qualcuno seppellito e qualcuno ha portato via TUTTO.

Peccato che si conosce perfettamente il cunicolo che i tombaroli hanno realizzato per arrivare dalla caverna posta sotto la piramide sino alla stanza del RE. E’ un cunicolo molto stretto dove in diversi punti non supera i 60 cm di larghezza. Difficilmente il coperchio di quel sarcofago sarebbe potuto passare da lì.

Ma a dirimere i nostri dubbi ci viene Erodoto che ci descrive come nel 470 a.c il faraone Cheope si fosse fatto realizzare una tomba sulla piana di Giza vicino alla Grande piramide (lato nord) in pietra nera levigata. Si accedeva con un blocco di pietra incernierato tipo porta e tutto circondata dall’acqua del Nilo. Il faraone Cheope aveva infatti fatto realizzare un canale largo e profondo dal Nilo sino alla grande piramide che a suo dire in quel tempo era tutta circondata da acqua. Erodoto è pur sempre uno storico affidabile, anche se riferiva quello che gli dicevano i sacerdoti egizi da lui intervistati.

Cade quindi la teoria della Grande piramide come Tomba, in quanto il suo “costruttore” non l’ha mai realizzata come tale.

-4 Se vi erano decine di migliaia di operai che hanno lavorato alla costruzione della Grande piramide avranno pur lasciato qualche traccia. Le hanno cercato per secoli ma alla fine ce l’hanno fatta. E’ emerso nella piana di Giza vicino alla piramide un gruppo di costruzioni che è stato subito chiamato “il villaggio dei costruttori delle piramidi”. Vi erano alloggi e numerose ossa di animali usati per essere cucinati e che hanno sfamato di ricche proteine questi “costruttori di piramidi”. Peccato che si è calcolato che erano al massimo 400/500 persone.

Anche Hawass ha ammesso che erano un pò pochi per poter posizionare un blocco da 1 tonnellata al ritmo di uno ogni 1,5 secondi (l’orologio continua a girare).

Ma qualsiasi cosa che va contro la TEORIA ufficiale non preoccupa più di tanto…la piramide di Cheope è lì da vedere, se c’è qualcosa che non capiamo, lo capiremo tra 100 anni.

Ci sarebbe da dire tante altre cose, come le prove sperimentali di alcuni egittologi che hanno provato a scolpire un blocco di calcare con gli scalpellini in rame (siamo nell’età del rame) e dopo una settimana erano ancora alla sgrossatura e ci hanno lavorato in una decina di persone ( 1,5 minuti a blocco, non dimentichiamocelo MAI ).

Si dovrebbe discutere della teoria che i blocchi non erano stati scolpiti ma colati come cemento liquido direttamente sul posto. La teoria dei Geopolimeri. Ma questa teoria non convince neanche gli egittologi propensi ai blocchi di calcare scavati con gli scalpellini in rame.

Volevo solo far notare una cosa a cui si era accennato all’inizio. Ogni epoca ha una coerenza nel materiale da costruzione che usa.

Le piramidi egizie PRIMA e DOPO questa chiamata “grande piramide” hanno utilizzato elementi di costruzione MOLTO più piccoli che creano quindi molti meno problemi di trasporto e di messa in opera.

Ricordiamo che le epoche storiche dell’umanità più antiche usavano blocchi monolitici di grandi dimensioni. Poi via via che passavano i millenni le pietre da costruzione si sono sempre più ridotte di dimensioni sino ai romani che hanno utilizzato i mattoni di terracotta e con l’invenzione dell’arco riuscivano a coprire dimensioni di svariati metri con poco sforzo.
Nella camera del re i blocchi di copertura hanno dimensioni di 80 tonnellate e rimanda direttamente ad una civiltà avvezza alla costruzione con blocchi MONOLITICI. Una civiltà di molti millenni antecedente a quella egiziana.

Un osservazione (tra le tante) che chi non abbraccia la teorie “ufficiale” ha fatto in passato è che l’attribuzione al faraone Cheope di questa piramide è vista come la massima evoluzione delle tecniche costruttive. Infatti se si guarda le piramidi antecedenti erano tutte molto più piccole e realizzate con blocchi di piccole dimensioni.

Ma se una volta che una civiltà arriva a costruire macchine o tecniche costruttive con quell’efficenza e precisione (tra i blocchi della camera del Re la levigatura delle pietre in granito non consente nei giunti l’entrata di un foglio di carta)…la domanda che viene spontanea è: COME MAI SE NE SONO DIMENTICATI SUBITO DOPO.

Le piramidi infatti DOPO quella attribuita a Cheope sono RITORNATE piccole, fatte con piccoli mattoni e costruite talmente male che crollavano anche pochi anni dopo la loro costruzione.

I famosi “costruttori di piramidi” tanto famosi e decantati che sono riusciti a fare quel miracolo in così poco tempo dove sono andati a finire il decennio dopo che la piramide di Cheope è stata ultimata ?

Non se ne trova più traccia

Alla fine di questa lunga chiacchierata si espongono alcune considerazioni che fanno chi critica la “teoria ufficiale”.

Ci sono traccia che effettivamente il faraone Cheope abbia trasferito la sua residenza vicino alla piana di Giza. Poiché è fisicamente impossibile costruire quelle 7 milioni di tonnellate di pietre in 20 anni, questa seconda teoria sostiene che la piramide era già esistente ed era lì da svariati millenni MOLTO PRIMA dell’arrivo degli egiziani (a riprova di ciò c’è il famoso uovo di struzzo col disegno delle tre piramidi datato a oltre 6000 anni fa). La piramide però aveva un rivestimento in pietre lisce di calcare che nel tempo si staccava a causa di terremoti o di predazione. Attualmente infatti ne è priva. Questa tesi quindi attribuisce a Cheope la “ristrutturazione” della grande piramide al fine di riportarla ai fasti primigeni, rifacendo o sistemando le piastrelle esterne e posizionando il “Piramidon” sulla sua sommità. 20 anni per compiere questa impresa è un lasso di tempo realistico. Consideriamo che se quello che ci dice Erodoto è vero in quei famosi 20 anni Cheope fece costruire un canale largo e profondo che portava l’acqua del Nilo sino alla grande piramide e fece realizzare la sua tomba all’ombra della piramide (lato nord) in “pietra nera e levigata”.

Quindi CHI ha costruito la Grande Piramide ?

Non lo sappiamo. Ma quello che sappiamo è che non possono essere stati gli egiziani in QUEL periodo storico con la tecnologia di allora (scalpellini in rame e senza l’invenzione della ruota sia per il trasporto che per il sollevamento).

L’utilizzo VOLUTAMENTE di blocchi di grandi dimensioni (nessuno inferiore ad una tonnellata) indica una padronanza assoluta di questo tipi di costruzioni. Gli egiziani non l’hanno mai avuta (vedi piramidi PRIMA di Cheope e DOPO Cheope).

L’uso di blocchi monolitici in pietra dura di 80 tonnellate lavorate perfettamente ad angolo retto e levigati da non consentire neanche un millimetro di aria tra una pietra e l’altra richiede MACCHINE che tagliano e levigano con quella precisione.

Se gli egiziani l’ hanno trovata già fatta (e l’uovo di oltre 6000 anni lo prova) bisogna retrodatare a vari millenni PRIMA.

A queste considerazioni si aggiunge le tracce di erosione da tonnellate d’acqua che ha la sfinge. Queste condizioni di forte dilavamento atmosferico si sono avute solo nel periodo post glaciazione, che è finito 12.800 anni fa.

Quindi se non riusciamo ad inserire la costruzione della grande piramide in un periodo storico come vuole fare la “teoria ufficiale”, bisogna pensare a retrodatare di svariati millenni la sua realizzazione.

Non dimentichiamo che nel famoso uovo di struzzo le piramidi disegnate erano TRE. Quindi le attuali Cheope, Chefren e Micerino…tutte realizzate in QUEL periodo.

Questa teoria finalmente elimina l’incubo dell’orologio che vuole ogni blocco finito in 1,5 minuti.

Infatti se per realizzare il duomo di Milano ci son voluti 500 anni, è quindi realisticamente ipotizzabile che per scolpire trasportare e posizionare 7 milioni di tonnellate di calcare ci sia voluto qualche secolo.

..ed il villaggio dei VERI costruttori delle piramidi che fine ha fatto?

Dopo 10.000 anni sarà stato distrutto ed il materiale riutilizzato dalle popolazioni che si sono succedute in quel territorio.

L’archeologia attuale studia quello che c’è sottoterra. Ma nel periodo delle glaciazioni ricordiamo che il livello dei mari (in tutto il mondo) era più basso di 100/150 metri rispetto al livello attuale.

Eventuali antiche civiltà sicuramente avevano le capitali sulle coste (come tutte le città conosciute della nostra storia recente: Cartagine, Roma, Tiro, Micene, Venezia, Pisa, Genova, ecc).

Adesso quelle città sono sott’acqua TUTTE a 100/150 metri di profondità e l’archeologia dei giorni nostri le IGNORA TOTALMENTE

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