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IL MISTERO LINGUISTICO DELLA MANO DI IRULEGI

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IL MISTERO LINGUISTICO DELLA MANO DI IRULEGI

Nel cuore dei Pirenei, annidato nel terreno accidentato del nord della Spagna, si trova una reliquia che ha suscitato intrigo tra archeologi e linguisti: una mano di bronzo di 2000 anni ornata con iscrizioni avvolte nel mistero.

Scoperto nel luglio 2021 in cima alla collina di Irulegi, questo enigmatico manufatto offre uno sguardo allettante sull’antico passato. Scoperta inizialmente tra gli scavi di un castello medievale, le origini della mano risalgono ancora più indietro a un insediamento dell’età del ferro, datato tra il 1500 e il 1000 a.C.

Misurando 14 centimetri di lunghezza, 12,8 centimetri di larghezza e solo 0,1 centimetri di spessore, la mano di bronzo reca iscrizioni criptiche incise sulla sua superficie, una testimonianza di un’antica lingua perduta nelle sabbie del tempo.

Tra le iscrizioni spicca una parola: “sorioneku”, termine che ricorda la parola basca “zorioneko”, che significa “di buona fortuna”. Potrebbe questo parallelo linguistico svelare i segreti delle origini della lingua basca, a lungo avvolte nel mistero?

Mentre alcuni studiosi, come Mattin Aiestaran dell’Università dei Paesi Baschi, vedono convincenti somiglianze tra le iscrizioni Irulegi e il vocabolario basco, lo scetticismo permane nella comunità linguistica. Céline Mounole e Julen Manterola, eminenti linguisti, mettono in guardia contro le conclusioni affrettate, citando le scarse prove e la complessità dell’analisi linguistica.

In effetti, la sfida risiede nel corpus limitato di parole iscritte sulla lancetta di bronzo, lasciando i ricercatori alla ricerca di confronti più sostanziali con le lingue conosciute. Il tenue legame tra “sorioneku” e “zorioneko” non offre che uno sguardo su un puzzle linguistico carico di incertezze.

Tuttavia, le implicazioni sono profonde. Se le iscrizioni annunciassero effettivamente una lingua correlata al basco, potrebbero riscrivere la narrazione del panorama linguistico europeo, sfidando le ipotesi di lunga data sull’evoluzione linguistica e sul patrimonio culturale.

Mentre il dibattito infuria, alimentato dal controllo accademico e dalla curiosità degli studiosi, una cosa rimane chiara: la mano Irulegi detiene la chiave di un enigma linguistico che trascende il tempo e i confini. Con ogni iscrizione portata alla luce e ogni parola decifrata, l’antico passato ci chiama, invitandoci a svelare i suoi misteri e scoprire il ricco arazzo della storia umana nascosto al suo interno.

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