
NERONE: DEMONIO O ANGELO ?
La narrazione che ci è giunta sino a noi è che Nerone è stato un’imperatore crudele e egoista. Si è attribuito a lui ogni nefandezza: Dall’incendio di Roma, che aveva assistito da un terrazzo suonando la cetra (particolare di cinismo)…alla Domus Aurea, che sarebbe stata la sua residenza privata costruita su un’area vastissima, a scapito delle case dei romani che erano state distrutte dall’incendio.
La frase che la storia la scrivono i vincitori è in questo caso molto vera.
Chi è succeduto a Nerone ha cambiato radicalmente impostazione tra il rapporto: Romani e Potere.
Il potere era gestito dal gruppo dei Senatori scelti tra i cittadini più ricchi di Roma.
Alcuni nel tempo, spinti dall’amore per il popolo di Roma cercarono di levare il potere ai senatori e a darlo ai romani, ma non fecero una bella fine. Uno di questi fu Giulio Cesare che nel suo testamento aveva lasciati tutti i suoi averi ai romani…fu ucciso con 23 pugnalate.
Nerone intraprese anche lui quella strada e fece una fine simile.
Divenne imperatore nel 54 dc e sin da subito si distinse per la sua predilezione a tutti i tipi di arti, sia teatrali sia musicali.
Suscitò scalpore il fatto di volersi esibire in pubblico suonando strumenti musicali e cantando o partecipando a manifestazioni teatrali spesso con costumi elaborati.
Nerone partecipò a competizioni musicali e teatrali, sia in Italia che in Grecia.
Era affascinato dalla cultura greca ed amava vestire come usavano i Greci.
I senatori ritenevano questi suoi atteggiamenti delle stravaganze che non erano degne di un imperatore ma tutto andò senza problemi sino a quando Roma andò a fuoco.
L’incendio scoppiò nella notte tra il 18 e il 19 luglio del 64 d.C., nella zona del Circo Massimo.
Tacito (Annali, XV, 38-44) scrive che Nerone non era a Roma all’inizio dell’incendio. Si trovava ad Anzio, una città costiera a circa 56 km a sud di Roma. Appena fu avvisato dell’incendio si precipitò a Roma per vedere se poteva dare una mano a spegnerlo.
Si mise a capo dei volontari che cercarono di spegnere le fiamme, non esisteva un corpo di vigili del fuoco.
Purtroppo l’incendio era di proporzioni tali che per quanti sforzi si facessero le fiamme divamparono per sei giorni, per poi riprendere dopo una pausa, bruciando per altri tre giorni. L’incendio devastò gran parte della città. Rase al suolo aree come il Palatino, il Celio, e l’Esquilino, e parzialmente altri 7 quartieri, danneggiando templi, case popolari e residenze aristocratiche. Migliaia di persone persero la vita e circa 200.000 rimasero senza casa.
Per assistere ai sopravvissuti Nerone aprì i giardini imperiali, il Campo Marzio e gli edifici pubblici per fornire rifugio ai senzatetto. Fece allestire baracche temporanee per ospitare coloro che avevano perso le proprie abitazioni. Organizzò la distribuzione di cibo e beni di prima necessità, facendo arrivare rifornimenti dalle città vicine. Ridusse il prezzo del grano per alleviare le difficoltà economiche della popolazione.
Finalmente le fiamme si spensero.
Roma era una città densamente popolata, con edifici costruiti principalmente in legno, il che la rendeva particolarmente vulnerabile al fuoco.
L’immagine di Roma distrutta da un incendio così vasto, indusse Nerone a fare di tutto affinché una disgrazia di questo tipo non si potesse più ripetere.
Avviò quindi un ambizioso piano di ricostruzione di Roma, con l’obiettivo di creare una città più moderna e sicura.
Introdusse nuove norme edilizie per prevenire il ripetersi di incendi, come l’obbligo di utilizzare materiali ignifughi e di mantenere distanze di sicurezza tra gli edifici.
Ampliò le strade al fine di creare ampi spazi aperti, migliorando la viabilità e la ventilazione della città e l’igiene delle abitazioni.
Vi erano infatti case in legno alte sino a DIECI piani interamente in legno distanti dalle altre pochi metri.
Levate le macerie della case emerse una porzione di Roma enorme e questo fece venire in mente un’altra idea geniale a Nerone.
Una volta pensato alla salubrità dei nuovi alloggi e a fare costruire nuove case con materiali ignifughi, ai SUOI romani pensò che poteva essere quella un’occasione unica per istruirli e fargli acquistare una “sensibilità artistica” che mancava.
Infatti era un’occasione unica per educare i suoi cittadini alle arti che lui tanto amava. Non esistevano i nostri musei dove si va per vedere e capire cosa è il “bello”. Decise quindi di fare un MUSEO al centro di Roma.
Creò la famosa DOMUS AUREA che si estendeva su una vasta area di circa 80 ettari, coprendo parte dei colli Palatino, Esquilino, Oppio e Celio (i quartieri che si erano incendiati).
Questa estensione comprendeva non solo l’edificio principale, ma anche giardini, boschi, vigneti e un lago artificiale.
Nello spazio che oggi ospita il Colosseo, Nerone fece realizzare impianti idraulici che portarono la quantità di acqua necessaria per realizzare un enorme lago. Attorno al lago si realizzarono giardini, boschi e attraverso ingegnosi meccanismi si realizzarono dei giochi d’acqua sia nelle fontane che intorno alle sculture.
Visto la sua passione per l’arte greca, fece arrivare centinaia di statue con cui arredò i giardini e l’immenso parco.
La Domus Aurea è stata narrata come la massima espressione della megalomania di Nerone. Questa visione è data dalle calunnie che lo sommersero dopo la sua morte.
Il vero scopo della Domus Aurea era offrire ai romani uno spazio immenso dove passare ore dove la “bellezza” era presente dappertutto. Avete presente le statue greche in bronzo dei Bronzi Riace ? Moltiplicate per 100 ed immergetele in una cornice di boschi, prati fioriti con le specie più esotiche, fontane e cascate zampillanti.
Centinaia di migliaia di abitanti di Roma abituati a vicoli stretti e maleodoranti si trovarono a passeggiare con le proprie famiglie tra parchi con piscine e fontane e un enorme lago con le opere pittoriche dei migliori artisti che vivevano nell’immenso impero romano.
Fece infatti arrivare da tutte le nazioni dell’impero quadri e sculture dei migliori e famosi artisti.
In pratica la Domus Aurea diventò una specie di LOUVRE, un museo all’aria aperta con ingresso gratuito (tra l’altro).
Infatti tutti i libri di storia accennano poco al fatto che questo immenso parco era PRIVO DI RECINZIONI. Se fosse stata la Villa privata di Nerone, avrebbe sicuramente pensato ad recingerla per tenere fuori gli sguardi degli invidiosi. Era uno spazio immenso, un polmone di verde ed acqua al centro di una città fittamente urbanizzata. In questo Nerone diede la prova di essere anche un raro urbanista.
Ma nell’elenco delle arti figurative mancava l’arte più “monumentale” di tutte: L’architettura.
Chiamò quindi i maggiori esperti dell’impero e gli diede il compito di costruire non solo una residenza degna di un imperatore ma di superare anche la loro stessa fantasia.
Pochi sanno che la Domus Aurea infatti fu la fucina per testare una costruzione ardita come sarà il famosissimo PANTHEON, con il classico foro circolare in alto.
I suoi architetti crearono un Pantheon in scala ridotta che servì da test per la realizzazione successiva del pantheon definitivo.
Una delle meraviglie era la” coenatio rotunda” della Domus Aurea. Una leggendaria sala da pranzo costruita in marmo compreso di colonne e tetto che però girava alla stessa velocità della Terra. Faceva quindi un giro completo in 24 ore.
Chi pranzava nella Coenatio Rotunda vedeva il paesaggio aperto verso l’immenso parco muoversi continuamente. Qualcosa di mai visto sulla terra, in grado di stupire chiunque.
Non ci sono arrivati i piani di costruzione, ma si sa che tutta la struttura poggiava su un disco di legno sospeso a mezzo di cuscinetti tenuti lubrificati da abbondante grasso animale.
La forza per mettere in moto l’intero meccanismo era data da un flusso costante di acqua.
Si allega una ricostruzione di questo capolavoro del passato.
Il popolo romano (contrariamente a quanto ci hanno insegnato a scuola) di fronte all’impegno dimostrato nell’assistenza ai senza tetto, alla riedificazione degli alloggi per i 200.000 romani in ambiente più salubri con strade più ariose e luminose, erano già fieri e grati al loro imperatore.
La Domus Aurea fu la goccia che fece schizzare alle stelle il gradiente di Nerone ai suoi cittadini.
I famosi senatori romani videro questo gradimento come una minaccia al loro potere e giunsero ad organizzare un complotto per eliminare Nerone.
Dopo appena 4 anni dall’incendio Nerone aveva realizzato alloggi per 200.000 persone, rifacendo tutto l’impianto viario.
Realizzato un parco immenso al centro di Roma arredandolo con centinaia di statue. Creato un lago, realizzando un acquedotto che convogliava l’acqua ed un’altro per portarla via in modo da avere sempre l’acqua cristallina. Una Domus Aurea con quelle magnificenza architettoniche mansionate e una statua colossale alta 33 metri che ricordasse a tutti i cittadini che era Lui colui che era riuscito a fare tutte quelle meraviglie. In soli 4 anni.
Era troppo.
Nel 68 d.C., scoppiò una ribellione militare guidata da Gaio Giulio Vindice in Gallia e poi un’altra da Galba in Hispania. Il Senato romano colse l’occasione per dare a lui la colpa di quelle ribellioni e lo dichiarò “nemico pubblico”, dichiarandolo privo di qualsiasi potere.
Nerone, prima di essere arrestato, fuggì dalla città con alcuni fedelissimi, rifugiandosi in una villa suburbana a circa 6 km da Roma, presso l’attuale località di Pietraia (via della via Cassia). Sapendo di essere braccato e condannato a morte, tentò inizialmente di uccidersi con un pugnale, ma non ne ebbe il coraggio. Dicono che un liberto di nome Epafrodito lo aiutò a trafiggersi la gola con un pugnale.
Morì il 9 giugno 68 d.C., all’età di 30 anni.
I senatori liberatosi di Nerone fecero di tutto per cancellare qualsiasi cosa che ricordasse le sue opere fatte per i Romani. La prima cosa che fecero è distruggere l’immenso parco della Domus Aurea ed il suo lago.
Il tentativo di Nerone di elevare culturalmente il popolo romano fu sostituito dai Senatori con la costruzione del Colosseo che al posto di far passeggiare i romani tra statue greche e fontane con giochi d’acqua, si preferì insegnare loro il gusto del sangue e delle uccisioni più atroci sia di uomini che di animali.
Il Colosseo fu quindi costruito esattamente sopra il lago fatto realizzare da Nerone. Poiché però c’erano gli impianti che portavano l’acqua e la facevano fuoriuscire, per l’inaugurazione del Colosseo fu organizzato una battaglia navale allagando proprio l’intera arena (grazie alle opere di Nerone).
Purtroppo per i senatori la statua alta 33 metri di Nerone era talmente grande che non riuscirono a buttarla giù e rimase in piedi sino al medioevo.
Il Colosseo fu chiamato così proprio per la statua “colossale” di NERONE.