
Il 9 aprile 1881 nel corso di scavi effettuati a Cerveteri nella Tenuta della Banditaccia da Domenico Boccanera – affittuario del principe Francesco Rispoli, proprietario della ridetta tenuta – all’interno di una tomba già depredata furono rinvenuti numerosissimi frammenti (circa 400) di un grande sarcofago. Dai rapporti di scavo risulta che del corredo facevano parte sei “lacrimari ordinari ben conservati” ed un vaso etrusco rotto nella sua parte inferiore con manici bassi sotto l’orlo e figure di animali e uomini con elmo “dipinti in nero su fondo rosso” (forse un’anfora a figure nere). Il sarcofago sarebbe stato trovato in un ipogeo non lontano dalla tomba dei Rilevi ma ad oggi non è stato possibile individuare la tomba che lo conteneva.
I frammenti del sarcofago (vi erano anche una testa femminile e una parte di testa maschile) furono acquistati nel 1893 da Felice Barnabei (Direttore dei musei e gallerie del Regno) per 4000 lire ed il reperto entrò a far parte delle collezioni del Museo di Villa Giulia (istituito nel 1889). Si provvide quindi al restauro del monumento, incollando i pezzi su un’apposita struttura (fu realizzato uno scheletro interno con lastre di rame) ma senza integrazioni e stuccature.
Seguì altro restauro negli anni Cinquanta e questa volta si procedette con ricostruzioni ed integrazioni delle lacune.
Il monumento funerario in terracotta (in realtà non si tratta di un sarcofago ma di un’urna di rilevanti dimensioni) è lungo cm 202 ed alto cm 141 ed ha forma di kline poggiante su quattro piedi con volute.
Il letto è munito di materasso, cuscini e coperta ed è ornato da motivi vegetali.
Il coperchio raffigura una coppia di coniugi semisdraiati sul fianco sinistro e l’uomo con il braccio destro cinge affettuosamente la compagna dietro le spalle con atteggiamento di protezione.
Il marito presenta capelli fluenti sulle spalle, barba appuntita, busto nudo ed indossa un mantello sulla parte inferiore del corpo. Forse l’uomo aveva nella mano destra una corona od una coppa (l’oggetto è perduto).
La donna ha capelli pettinati a trecce ed indossa il tutulus, lunga veste, mantello e calcei repandi. Probabilmente la moglie era intenta a versare gocce di profumo sulla mano sinistra del compagno.
Il sarcofago realizzato nel 530-520 a.C. presenta tracce di policromia.
L’urna si caratterizza per lo stile ionico: volti delicati, occhi a mandorla, espressioni sorridenti, masse muscolari accentuate, etc …
Il tema del banchetto sul letto convivale, praticato dalle aristocrazie etrusche, si trova riprodotto anche in altri monumenti funerari (sarcofagi ed urne) ceretani di epoca arcaica. L’iconografia etrusca si ispira alla moda greca di derivazione orientale e si arricchisce della presenza delle mogli, che, in ragione della loro rilevante posizione sociale, partecipavano al convivio accanto ai mariti.
Un altro sarcofago degli sposi (lunghezza cm 194, altezza cm 110) similare a quello di Villa Giulia, è esposto al Museo del Louvre. Il reperto, già nella Collezione Campana, proviene anch’esso dalla necropoli della Banditaccia e fu acquistato da Napoleone III nel 1861. Un frammento di braccio costituito da una mano che regge un alabastron – conservato presso il Musée royaux d’Art et d’Histoire a Bruxelles – testimonia l’esistenza di almeno un terzo sarcofago cerite della specie. Sempre al Museo del Louvre è esposta una piccola urna (lunghezza 58 cm, altezza 56 cm) da Cerveteri con la coppia semidistesa a banchetto.
Da indagini svolte dai Carabinieri e dalla documentazione acquisita (foto polaroid al momento dello scavo, documento di spedizione, frammento dei piedi della sposa, foto del sarcofago restaurato) sarebbe emerso un altro sarcofago degli sposi scavato clandestinamente a Cerveteri e successivamente restaurato tutt’oggi oggetto di ricerca (Servizio di Fabrizio Feo per il TG3 del 24 giugno 2017 ore 19,00).
Il 16 maggio 2025 presso il Museo di Villa Giulia è stato presentato un nuovo intervento conservativo relativo al sarcofago degli sposi. Una convenzione stipulata tra il museo romano e l’Istituto Centrale per il Restauro prevede infatti il restauro, la creazione di un piano conservativo e la valorizzazione del monumento in oggetto.
Sul sarcofago degli sposi cfr, tra gli altri, Gli sposi di Villa Giulia, Archeo 484 giugno 2025, pagg. 30 e ss.; Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Edizioni Quasar, 1980, pagg. 134-136; Gli Etruschi ed il Mediterraneo La città di Cerveteri, Somogy Editions D’Art, 2014, pagg. 185 e ss.; Giuseppe Nifosi, Il Sarcofago degli Sposi, capolavoro etrusco, 29 marzo 2022 sito internet artesvelata.it; notizie, immagini e video sul sito Facebook “Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia”