sei in Home > Scienza > News > Dettaglio News
10 Gennaio 2021 SCIENZA
https://www.wired.it
DOPO AVER RAGGIUNTO DIMENSIONI DA RECORD QUESTA ESTATE, IL BUCO NELL'OZONO SI È COMPLETAMENTE CHIUSO
FOTOGALLERY
tempo di lettura previsto 3 min. circa

DOPO AVER RAGGIUNTO DIMENSIONI DA RECORD QUESTA ESTATE, IL BUCO NELL'OZONO SI È COMPLETAMENTE CHIUSO

Dopo aver toccato la massima estensione nei mesi scorsi, si è ridotto del tutto. Omm-Wmo: "Le ultime due stagioni del buco dell'ozono dimostrano la sua variabilità di anno in anno, ma abbiamo bisogno di un'azione internazionale per applicare il Protocollo di Montreal"

Il buco dell'ozono antartico da record del 2020 si è chiuso alla fine di dicembre "dopo una stagione eccezionale a causa delle condizioni meteorologiche naturali e della continua presenza di sostanze che riducono lo strato di ozono nell'atmosfera".

Lo comunica l'organizzazione mondiale della meteorologia (Omm-Wmo) ricordando che era cresciuto rapidamente da metà agosto scorso, raggiungendo il picco di circa 24, 8 milioni di chilometri quadrati il 20 settembre, diffondendosi su gran parte del continente antartico. Al punto che, intorno ai 20-25 km di altitudine, le concentrazioni di ozono stratosferico si erano ridotte a valori prossimi allo zero. L'organizzazione meteorologica mondiale ricorda che "è stato il buco più duraturo e uno dei più grandi e profondi dall'inizio del monitoraggio 40 anni fa".

Si allarga il buco dell'ozono al Polo Nord

Cos'è l'ozono e perché si forma il 'buco'. L'ozono è un gas naturale della stratosfera che protegge la vita sul pianeta dalle radiazioni ultraviolette del Sole e il cosiddetto "buco" si forma ogni anno sull'Antartide. Ma è impossibile definire un trend del fenomeno, perché si tratta di un evento naturale - non solo per il Polo Sud - favorito dai "vortici polari" che d'inverno si può verificare anche sull'Artico. Alcune sostanze (Cfc) contenenti cloro e bromo possono accumularsi all'interno di queste aree di bassa pressione causando una riduzione significativa dell'ozono atmosferico. La progressiva riduzione (detta deplezione) del buco dell'ozono sull'Antartide avvenuta nell'ultimo mese è stata rilevata dal monitoraggio atmosferico Copernicus dell'Ue fino alla chiusura registrata il 28 dicembre.

Il fenomeno sui poli. Mentre nei mesi freddi gli elementi restano inattivi, con l'aumento della temperatura e della luce vengono "liberati" ed entrano in contatto con le molecole di ozono, distruggendole in poco tempo e causando così la formazione del buco. Nella regione artica il fenomeno è più contenuto, ma in Antartide i vortici sono più stabili e di conseguenza la variazione del buco è ancora più variabile.

La tempesta perfetta. Se l'aerosol di sostanze inquinanti rende più intensi i temporali

In Antartide. Il buco nell'ozono che ora si è chiuso sopra il Polo Sud era stato provocato da un vortice polare forte, stabile e freddo e da temperature molto fredde nella stratosfera (lo strato dell'atmosfera tra circa 10 km e circa 50 km di altitudine), spiega l'Omm, gli stessi fattori meteorologici che hanno contribuito al buco dell'ozono record nell'Artico del 2020. Una situazione in contrasto con il buco dell'ozono antartico insolitamente piccolo e di breve durata che c'è stato nel 2019.

Fu il buco dell'ozono a causare l'estinzione di massa 360 milioni di anni fa

"Le ultime due stagioni del buco dell'ozono dimostrano la sua variabilità di anno in anno e migliorano la nostra comprensione dei fattori responsabili della sua formazione, estensione e gravità", affermato Oksana Tarasova, capo della divisione di ricerca sull'ambiente atmosferico dell'Omm. "Abbiamo bisogno di un'azione internazionale continua - aggiunge - per applicare il protocollo di Montreal" che vieta le emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono.

Il Protocollo di Montreal. Lo strato di ozono si estende nella stratosfera, all'incirca tra 10 e 50 chilometri e funziona da "scudo" per la nostra salute- Per tutelarlo, nel 1987 è stato firmato il Protocollo di Montreal per ridurre progressivamente l'uso dei gas (un centinaio di sostanze chimiche definite ozone depleting substances, ODS) che distruggono l'ozono, i cosiddetti clorofluorocarburi (Cfc). Senza questo protocollo, precisano appunto gli esperti, la situazione sarebbe peggiore, anche se ci vorranno decenni prima che questi gas scompaiano del tutto dall'atmosfera.

TAG: Altro