Durante il suo viaggio attorno a Rhea, una delle oltre 60 lune di Saturno, la sonda Cassini ha avuto modo di accertare la presenza di ossigeno in sua prossimità. È la prima volta, infatti, che una navicella si imbatte nell'atmosfera di un corpo celeste che non sia la Terra.
Roteando ad una distanza di circa 60 miglia da Rhea, Cassini si è inoltrato in un'atmosfera estremamente leggera, composta di ossigeno e di diossido di carbonio.
Ma Rhea non è il solo corpo celeste a possedere un'atmosfera. Quel che fa la differenza, rispetto ad altre atmosfere esaminate e presenti nell'universo, è che queste ultime sono state analizzate grazie a strumenti come l'Hubble Space Telescope anche a notevoli distanze; l'atmosfera di Rhea, al contrario, appare così leggera che la sonda ha dovuto attraversarla per constatarne la presenza. Ciò si spiega per il fatto che essa contiene oltre 50 miliardi di molecole di ossigeno per metro cubo, combinato a 20 miliardi di molecole di diossido di carbonio.
Grazie alle strumentazioni di cui è dotato Cassini, si è oggi a conoscenza del fatto che Rhea e Titano sono le sole due lune di Saturno a possedere una massa tale da poter conservare un'atmosfera. L'unica difformità è che Titano è più ricco di nitrogeno e metano.
Ciò nonostante non è del tutto chiaro da dove provengano i gas di Rhea. Si sospetta però che siano stati originati dalle collisioni tra particelle cariche di energia e il ghiaccio stesso presente su questa luna la quale, si ritiene, sia interamente formata di ghiaccio.
In ogni caso l'atmosfera di Rhea è troppo distante e fredda per poter solo pensare ad una missione spaziale. Un'ipotetica missione dovrebbe essere del tutto priva della presenza umana. Tuttavia la scoperta ha una certa importanza poiché rappresenta la prova che l'ossigeno potrebbe essere presente in ampie zone del cosmo e potrebbe essere più comune di quel che la scienza ha sostenuto finora.
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