Cercare una cosa e trovarne un'altra del tutto inaspettata. Un evento piuttosto frequente in ambito scientifico. Di fatto è quanto capitato pochi giorni fa ad un gruppo di astronomi dello Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge, nel Massachusetts, in collaborazione con alcuni colleghi dell'Istituto di Astrofisica delle Canarie. Impegnati nell'osservazione delle prime stelle iperveloci in fuga dalla Via Lattea, gli studiosi si sono imbattuti in una dozzina di sistemi binari di nane bianche, diversi dei quali sembrano destinati a fondersi ed esplodere come supernova.
Non si tratta di normali nane bianche, ovvero di corpi celesti aventi densità elevatissime, capaci di compattare la massa del Sole all'interno di una sfera delle dimensioni della Terra. Al contrario, le stelle appena scoperte appaiono molto leggere, appena un quinto della massa solare, e risultano composte quasi interamente da elio. Inoltre sono strutturate in sistemi binari, ovvero si presentano come oggetti per grandezza equiparabili al nostro pianeta, orbitanti l'uno attorno all'altro, a una distanza inferiore al raggio del Sole.
"Invero questi sistemi binari sono alquanto strani" ha dichiarato Warren Brown, coordinatore del team dello Smithsonian Center e principale autore degli articoli che descrivono la scoperta. "Le nane bianche in questione sembrano quasi passate attraverso un drastico programma di dimagrimento - ha aggiunto Carlos Allende Prieto, astronomo dell'Istituto di Astrofisica delle Canarie e coautore dello studio - Queste stelle si muovono in orbite così ravvicinate da essere soggette a forze simili a quelle delle maree terrestri, forze talmente intense da determinare una notevole perdita della loro massa".
A detta degli scienziati, girando l'una intorno all'altra a distanza ravvicinata, le nane bianche generano delle onde gravitazionali che tendono a frenare l'energia orbitale, rendendo le spirali sempre più strette. Conseguenza di ciò, nel volgere di circa 100 milioni di anni, alcune di loro finiranno col fondersi. Una volta fuse, poi, è possibile che la loro massa totale determini l'esplosione di una supernova underluminous, fenomeno ricorrente ogni duemila anni, caratterizzato da un'emissione di luminosità quasi cento volte inferiore a quella di una normale supernova di tipo Ia.
Tra i candidati a tale sorte, il sistema J0923 3028, costituito da una coppia di stelle, l'una (visibile) grande quattro volte la Terra e pesante un quarto del Sole, l'altra (non visibile) grande come la Terra e pesante poco meno della metà del Sole, separate da una distanza lineare di appena 350.000 chilometri.
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