Stando a quanto sostiene Moran Cerf, a capo della ricerca pubblicata su Nature, in futuro sarà possibile registrare il contenuto dei nostri sogni, per poterlo riprodurre digitalmente e ricostruire la struttura del nostro mondo onirico. "Vogliamo leggere i sogni della gente" dice Cerf.
Come sappiamo tutti, il più delle volte i nostri sogni risultano criptici, sfuggenti, e difficili da ricordare. Ma il contributo che il mondo onirico potrebbe portare alla comprensione di alcuni meccanismi della mente umana è potenzialmente enorme.
C'è però un problema: come analizzare e ricostruire i sogni di una persona, se è il soggetto stesso ad essere l'unico a poterli descrivere, fornendo resoconti distorti dalla prospettiva del sognatore, e spesso ricordando a malapena i dettagli dell'esperienza?
Lo scopo del dottor Cerf è quello di sviluppare un sistema per consentire agli psicologi di ricostruire i sogni dei pazienti attraverso la registrazione e la visualizzazione dell'attività cerebrale. "Non c'è una risposta chiara sul perchè sognamo" dice Cerf. "E una delle domande a cui vorremmo rispondere è: quando creiamo questi sogni?".
La ricerca si basa sulla scoperta che, quando il cervello elabora stimoli diversi, vengono attivati differenti gruppi di neuroni. Da questo presupposto si è proseguito con l'analisi dell'attività cerebrale attraverso la registrazione dell'attività dei neuroni in relazione ad un particolare oggetto o concetto.
Ad alcuni volontari sono state mostrate delle immagini facilmente riconoscibili (torre Eiffel, celebrità, politici), scoprendo che ad ogni immagine vengono attivati particolari gruppi di neuroni. Questi dati sono stati registrati per elaborare un modello dell'attività cerebrale di ogni paziente.
Da questo a registrare e riprodurre i nostri sogni, il passo è molto lungo, come ammette Cerf. Ma una registrazione così capillare della nostra attività cerebrale potrebbe essere la base per un "dream recorder", soprattutto se si riuscità ad elaborare modelli di riferimento efficaci per tradurre l'attività dei neuroni in immagini.
Cerf ritiene che questo registratore di sogni possa diventare realtà, e si sta adoperando per portare a compimento il progetto. Il prossimo passo sarà quello di monitorare l'attività cerebrale di pazienti addormentati. Sarà necessario costruire un vasto database, in cui associare ogni stimolo visivo (ma potrebbe essere anche sonoro, direzione verso la quale sarebbe interessante indagare) ad un particolare gruppo di neuroni che vengono da esso attivati.
La creazione di un database come questo non costituirebbe un grosso problema, dato che si potrebbe popolarlo (almeno in teoria) registrando l'attività cerebrale di volontari che guardano un film.
Ma i problemi rimangono ancora molti. Per poter ottenere un maggior livello di dettaglio nell'elaborazione delle registrazioni dei nostri sogni, sarà necessario sviluppare scanner dotati di livelli di risoluzione tali da poter monitorare in modo diffuso l'attività di singoli neuroni.
Ma, anche in questo caso, Cerf è ottimista, e ritiene che sia solo questione di attendere qualche anno e lasciare che la tecnologia degli scanner cerebrali compia un altro passo avanti.
Il monitoraggio del cervello non è di certo una cosa nuova. Ma in questo caso specifico si vuole puntare a un livello di dettaglio estremo, e alla registrazione di dati relativi a concetti astratti, e non a semplici forme geometriche o a stimoli motori (come nel caso di mani e braccia robotiche). "Possiamo solo lavorare d'immaginazione e pensare a tutte le cose che potremmo fare se avessimo accesso al cervello di una persona per visualizzare i suoi pensieri".
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