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31 Agosto 2010 ARCHEOLOGIA
Daniele Bagnoli Direttanews.it
Turchia, scoperti strumenti chirurgici vecchi di 4000 anni
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Il sito di Ikiztepe si trova sul Mar Nero, in Turchia, e risale all'Età del Bronzo. All'interno del sito sono state trovate due lame di ossidiana estremamente affilate, che si ritiene siano servite per eseguire interventi chirurgici al cranio.

Ikiztepe ospitava circa 300 persone nel periodo compreso tra il 3200 ed il 2100 avanti Cristo (anche se si ha prova che a Ikiztepe ci fosse un insediamento stabile fin dal 5000 a.C.). Gli abitanti del villaggio vivevano in case di forma rettangolare, composte da una singola stanza, e pare possedessero la capacità di eseguire interventi chirurgici relativamente complessi per l'epoca.

Il ritrovamento di due lame di ossidiana sembra dimostrarlo. L'ossidiana fu importata da un'altra regione, dato che nella zona non ci sono fonti naturali di questo tipo di pietra vulcanica.

Queste lame sono a doppio filo, lunghe circa 4 centimetri, e talmente affilate che possono tagliare ancora oggi, ad oltre 4000 anni di distanza.

Le pietre sono state ritrovate nei pressi di una piattaforma circolare di argilla, probabilmente avente scopo cerimoniale.

In un luogo di sepoltura nei pressi di Ikiztepe sono stati trovati quasi 700 crani umani, 14 dei quali presentano segni associabili all'utilizzo di lame di ossidiana. I segni mostrano che le lame vennero utilizzate per praticare fori rettangolari sul cranio.

Dalle analisi delle ossa, si sa inoltre che alcuni pazienti sopravvissero per almeno due o tre anni dopo l'intervento, dato che il tessuto osseo tentò di chiudere il foro praticato artificialmente.

Lo scopo di questi interventi chirurgici non è ancora ben chiaro, anche se si sono avanzate tre ipotesi principali:

- Alleviare la pressione dovuta ad un'emorragia cranica. Questo sarebbe coerente con le tracce di sangue trovate all'interno di alcuni crani.

- Curare pazienti con cancro al cervello, ipotesi coerente con le tracce di pressione interne ai crani lasciate probabilmente da un tessuto canceroso.

- Trattare ferite alla testa, che pare fossero molto frequenti nella zona per via di numerosi scontri con le altre comunità locali per il controllo delle sorgenti di rame della regione.

Il praticare fori di forma rettangolare è una singolarità: in passato pare che la trapanazione cranica fosse abbastanza diffusa, ma ottenere aperture come quelle riscontrate sui crani di Ikiztepe richiede una tecnica molto più sofisticata della semplice perforazione.

Altra particolarità era l'abilità di lavorazione dei metalli della comunità, che pare sia stata all'avanguardia rispetto ad altri esempi di metallurgia del tempo. A testimoniarlo ci sono anche parecchi oggetti di bronzo e rame scoperti nel sito, come armi, utensili, gioielli e simboli religiosi, per un totale di 11.550 artefatti in oltre 30 anni.

Gli scavi a Ikiztepe sono durati a lungo: Önder Bilgi, l'archeologo a capo degli scavi nel sito, conferma che ci sono voluti 37 anni di ricerca per poter arrivare ai risultati ottenuti di recente. Questo perchè l'architettura del villaggio era basata sul legno, materiale molto più delicato e di difficile localizzazione rispetto alla pietra.

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