La parte finita di piano delimitata da un insieme infinito di punti, tutti equidistanti da un centro comune. Per l'uomo, fin dai tempi più remoti, la rappresentazione del cerchio è sempre stata caratterizzata da un elevato valore simbolico. Tale figura geometrica, infatti, incarnava il luogo sacro in cui convergevano i principi di armonia e perfezione, ovvero l'emblema del trascendente e della spiritualità, in antitesi al materialismo tipico del vivere quotidiano.
Così come per tutte le civiltà antiche, anche in Egitto la figura del cerchio ricorreva in immagini ed effigi dalle forti connotazioni esoteriche. L'esempio più lampante, senza dubbio, la simbologia del disco solare. Fulcro del sistema planetario a cui appartiene la terra, nonché divinità assoluta ed essenza stessa dell'armonia cosmica, astronomicamente il sole era identificato con un cerchio avente un punto nel centro [Fig. 1]. Nel linguaggio dei segni esso incarnava l'essere unico e immanente, che irradia, attraverso le dimensioni spazio e tempo, il proprio ordine divino per colmare il vuoto del caos.
Oltre che nel logogramma del sole, il cerchio ricorreva anche in un altro simbolo di particolare rilevanza, quello che descriveva la Duat, ossia l'Aldilà celeste. Nello specifico, si trattava di una sorta di elementare stella a cinque punte, inscritta all'interno in una circonferenza perfetta [Fig. 2]. Con tutta probabilità il pittogramma era riconducibile alla dottrina di un oltretomba non terreno (per l'appunto stellare), persino antecedente all'avvento del culto di Osiride.
Immagini, simulacri, ma non solo. Nel corso degli ultimi decenni, l'attezione di diversi ricercatori si è rivolta anche allo studio delle planimetrie dei siti archeologici, mediante il ricorso ai dettami della cosiddetta paleoarcheologia. In tal senso, uno degli approcci più originali e degni di nota è quello proposto dall'italiano Diego Baratono. Già da alcuni anni, infatti, egli sostiene che la disposizione nello spazio degli elementi architettonici presenti sull'altopiano di Giza sia stata elaborata in funzione di uno specifico principio ordinatore di natura geometrica, basato proprio sulla figura piana del cerchio.
Nei giorni scorsi, dalle pagine del blog "Archeologia Nuova", lo stesso Baratono ha reso noto un dettaglio di particolare rilievo inerente alla sua teoria sull'area della necropoli, dettaglio in grado di confermare il principio di equidistanza delle tre celeberrime piramidi. Al fine di rendere la sua tesi di facile comprensione per tutti i lettori, di seguito proponiamo un semplice "gioco", per risolvere il quale è sufficiente scaricare un'immagine satellitare della piana di Giza (ad esempio da Google Maps), quindi munirsi di matita, righello e compasso.
La condizione di equidistanza che è sottesa alla zonizzazione geometrica delle tre piramidi di el-Giza è governata dall'equivalenza espressa con: AB = CD, dove
A = spigolo NORD lato OVEST di CHEOPE
B = spigolo SUD lato EST di CHEFREN
D = spigolo NORD lato EST di CHEOPE
C = punto mediano di CHEFREN ricavato puntando il compasso in D con apertura AB
La circonferenza che si ottiene puntando il compasso in C con apertura AB toccherà i vertici D ed E (spigolo SUD lato OVEST di MICERINO) passando per la zona frontale della SFINGE, confermando "geometricamente" l'equidistanza delle Piramidi di el-Giza.
Per chi non fosse particolarmente avvezzo all'utilizzo degli strumenti per il disegno tecnico o, semplicemente, non avesse abbastanza tempo, riportiamo qui in basso una nostra soluzione grafica.
Come si evince dalla mappa, le piramidi appaiono tra loro perfettamente equidistanti, in ragione del valore del raggio AB della circonferenza avente per centro il punto mediano del lato est del mausoleo di Chefren. Ciò a riprova di come la collocazione delle tre opere megalitiche non sia stata affatto la risultante di un mero evento casuale, bensì il frutto di un unico disegno progettuale dell'intera area di Giza, elaborato secondo rigidi criteri di tipo matematico.
Per ulteriori informazioni sull'argomento, ovvero per contattare direttamente il ricercatore Diego Baratono, vi invitiamo a consultare il blog di Archeologia Nuova
di Michael A. Cremo, Richard L. Thompson2. Archeologia Misterica
di Luc Bürgin3. Archeologia dell'impossibile
di Volterri Roberto4. Archeologia eretica
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