Il templum Veneris et Romae (questo il nome romano) fu costruito dall'imperatore Adriano (117 -138 dopo Cristo), che fu anche architetto dell'edificio. I lavori ebbero inizio nel 121 d.C per terminare nel 135, anno dell'inaugurazione. I suoi resti sono nella parte est del Foro Romano, tra la Basilica di Massenzio e il Colosseo. Ora l'area riapre al pubblico, arricchendo il percorso di visita del complesso Foro-Palatino.
La caratteristica peculiare dell'edificio è data dalle sue due celle contrapposte. Quella a ovest, oggi inglobata nel'ex Convento di San Francesca Romana, ospitava la statua di Roma, quella a est accoglieva il simulacro di Venere, la dea dell'amore e fondatrice della dinastia Iulia, (quella di Cesare e Ottaviano), in quanto madre mitica di Enea. Entrambe le rappresentazioni erano sedute in trono. L'edificio nel suo aspetto originario (le colonne sono state riallinate come in antico all'epoca di Benito Mussolini) sorgeva su un podio che misurava 145 metri in lunghezza e 100 metri in larghezza. Il peristilio misurava 110 x 53 metri. Due doppi colonnati sui lati lunghi cingevano poi l'area sacra, con dei propilei al centro."Dopo la Vigna Barberini e le Arcate Severiane - spiega Mariantonietta Tomei direttrice dell'area archeologica - questa è la terza apertura per il Palatino. Così completiamo tutto il versante orientale del colle. Grazie al finanziamento ulteriore di 250mila euro elargito dalla gestione commissariale dell'area archeologica stiamo completando i lavori iniziati con fondi de giubileo. Con la speranza di risolvere il problema dei custodi, contiamo di riaprire la terrazza del Tempio di Venere, solo dalla parte del Colosseo, a maggio, in modo da offrire al pubblico un ulteriore percorso di visita tra Foro romano e Palatino. L'idea e' di aprirlo in modo fisso, tutti i giorni".
"I lavori - prosegue - ci hanno permesso di rimettere in sicurezza tutta la struttura del podio, sanando soprattutto le condutture idriche e fognature che non facevano più fluire l'acqua sul lato sinistro del tempio, creando ristagnamenti. Con le gelate poi la pavimentazione di coccio pesto della cella del tempio di Venere doveva essere bonificata". Per novembre è prevista l'apertura della cella di Roma, finora vista solo da studiosi: "I lavori proseguiranno nella cella del tempio di Roma sempre con i finanziamenti complessivi di 250mila euro previsti dal commissario. Gli interventi - spiega la direttrice - consisteranno nel sanare le strutture portanti del tempio ma anche abbellire questo muro del convento che ha tagliato letteralmente la navata". Tra i progetti anche la possibilità realizzare in alcuni ambienti del Covento di San Francesca il museo del Foro Romano.
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