Il fossile di una nuova specie di pipistrello sembra mettere fine a un dubbio paleontologico: in questi mammiferi, si evoluta prima la capacità di volare o il sistema di ecolocalizzazione, che permette loro di muoversi e di cacciare durante la notte? La specie in questione si chiama Onychonycteris finneyi e la sua morfologia suggerisce che questi animali si siano specializzati come volatori prima di sviluppare il sistema bioradar.
Il sorprendente reperto, di circa 52 milioni di anni, era stato ritrovato nel 2003 ed è ora descritto su Nature dai paleontologi Nancy Simmons dell'American Museum of Natural History di New York e Gregg Gunnell dell'Università del Michigan. Secondo la ricercatrice che ha guidato lo studio, si tratta di uno degli esemplari più primitivi mai scoperti: "Per fare un esempio, le unghie sono presenti su tutte e cinque le dita, mentre i pipistrelli moderni le hanno al massimo su due dita. Questa caratteristica potrebbe averlo reso un abile arrampicatore". Ma il fattore più importante è che il suo cranio manca delle caratteristiche morfologiche che sembrano alla base della ecolocalizzazione in questi animali, come una coclea allargata (un elemento dell'orecchio interno), che si ritrovano nei pipistrelli moderni.
Le lunghe dite, lo sterno, e altre caratteristiche suggeriscono che questo pipistrello non potesse ancora volare. È però verosimile che grazie alle membrane alari rudimentali potesse spostarsi nell'aria per tragitti più lunghi o più velocemente dei suoi predecessori, come sembrano indicare la struttura dei piedi e delle caviglie.
L'esemplare, molto ben preservato, è stato rinvenuto nella formazione del Green River, nel Wyoming, e attualmente si trova presso il Royal Ontario Museum di Toronto (Canada).
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