Piante ed animali cresciuti in climi caldi o tropicali evolvono più rapidamente di quelli che vivono in zone temperate, secondo un nuovo studio. La scoperta, pubblicata sul numero del 2 maggio della rivista Proceedings of the National Academy of the Science, potrebbe aiutare a spiegare perché la foresta tropicale rechi una biodiversità senza uguali, se messa a confronto con altre parti del pianeta.
Un esame di tutte le piante ed animali attorno al mondo rivelerebbe che la ricchezza di specie è irregolare: raggiunge il suo massimo ai tropici, le regioni della Terra prossime all´Equatore, ed è più bassa a mano a mano che si avvicina ai poli.
Per indagare le ragioni di questa tendenza, Shane Wright dell´Università di Auckland, Nuova Zelanda, ed i suoi colleghi hanno verificato il tasso di evoluzione molecolare di 45 piante tropicali e le hanno paragonate alle specie della stessa famiglia - a latitudini più temperate.
I ricercatori hanno esaminato il tasso a cui vengono sostituite le basi del codice genetico del DNA. Come caratteri di un alfabeto di 4 lettere, le basi sono le molecole del DNA finalizzate a comporre le istruzioni per la costruzione delle proteine. Se una delle lettere –A, T, G o C – viene sostituita da un´altra, le istruzioni cambiano e vengono ad essere prodotte proteine non funzionali o invece completamente nuove ed utili.
I ricercatori hanno scoperto che le piante tropicali hanno un tasso di sostituzione di basi doppio rispetto alle loro cugine delle zone temperate.
La scoperta sostiene una teoria portata avanti dal biologo Klaus Rohde nel 1992, secondo la quale il clima può avere un effetto decisivo sulla rapidità della crescita evolutiva degli organismi, e nella loro separazione in specie differenti. Gli scienziati sostengono che il processo operi in questo modo: temperature più calde accelerano il metabolismo permettendo alle reazioni chimiche di verificarsi con maggiore velocità, ma questa accresciuta efficienza ha un prezzo: produce maggiori quantità di atomi o molecole carichi chiamati "radicali liberi", che possono danneggiare le proteine – incluso il DNA. Metabolismi più rapidi velocizzano la replica del DNA, ovvero un´altra reazione chimica, e ciò può aumentare il numero di "errori di copiatura" che si vengono a verificare.
Insieme, i danni causati al DNA dai radicali liberi e gli "errori di copiatura" possono risultare in mutazioni, e, nel corso del tempo, e per la pressione della selezione naturale, formare nuove specie.
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