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1 Febbraio 2009 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
TRIPLICE CINTA, UNA RICERCATRICE DI SPIRANO NE SVELA IL MISTERO
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Misteri medievali e non solo, giochi popolari scomparsi dalle usanze e rimasti "segnati" su chiese, percorsi di pellegrinaggio e luoghi gestiti dai templari, anche in alcuni paesi bergamaschi come Vilminore e Verdello. C'è questo e molto altro nel saggio scritto da Giulio Coluzzi e Marisa Uberti, ricercatrice che vive a Spirano e da una decina d'anni si dedica a tematiche culturali legate in particolare all'archeologia misteriosa e del simbolismo. Il saggio – intitolato "Il luoghi delle Triplici cinte in Italia" – si trova nelle principali librerie italiane e naturalmente viene spiegato e approfondito sul sito Internet dell'autrice bergamasca, Duepassinelmistero.com

"La Triplice Cinta – spiega Uberti – era un popolare gioco di pedine, noto anche come "filetto", la cui origine geografica e cronologica è ancora sconosciuta. L'archeologia parla di alcuni esemplari in Egitto, in India antica, nell'Impero Romano, se ne ritrovano tracce addirittura nelle incisioni rupestri in Valcamonica o Val di Scalve. Sostanzialmente si tratta di uno schema per un gioco di pedine con l'obiettivo di fare tris, noto in antichità in Bergamasca come Tabula Babula".

Oltre ad affrontare l'argomento dal punto di vista del gioco il saggio va oltre cercando di analizzare il significato simbolico della Triplice Cinta. Ci si chiede come si potesse giocare, ad esempio, quando i segni del gioco erano disposti su pareti verticali o inclinate; oppure perché i segni del "filetto" si ritrovano sui percorsi dei pellegrini medievali di ritorno dalla Terrasanta. Non è escluso, ad esempio, che la Triplice Cinta fosse un segno di riconoscimento".

"Noto ai romani e nel medioevo, lo troviamo inciso sulle rocce rupestri in Val Camonica o in Val di Scalve, nei chiostri monastici, sugli usci delle abitazioni, su pavimentazioni stradali o su manufatti a scopo divinatorio - prosegue l'autrice -. Abbiamo scandagliato numerose regioni italiane, ad esempio salendo fino alla cella campanaria del campanile di Vilminore (BG), dove si trovano quattro diversi esemplari, tra cui due 'alquerque' (o tris multiplo). Il nostro saggio si presenta come il primo censimento a livello nazionale, destinato ad ampliarsi: attendiamo dai lettori suggerimenti e indicazioni di altri luoghi".