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15 Settembre 2005 PALEONTOLOGIA
Telegraph.co.uk
PICCOLO CERVELLO GRANDI IDEE
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Un fossile di una piccola specie di umani ribattezzato "hobbit" sembrerebbe rappresentare effettivamente una specie sconosciuta di primo Uomo, e una nuova tecnica suggerisce che avesse anche una cultura propria.

Gli scettici hanno obbiettato che l´hobbit scoperto in Indonesia e annunciato per la prima volta lo scorso anno, potrebbe essere stato un individuo affetto da microcefalia - un disordine che limita la crescita del cervello.

Gli scopritori del fossile avevano invece suggerito che l´hobbit fosse una forma pigmea di una specie nota oppure una specie di primo umano precedentemente sconosciuta.

Ma ieri Nathan Jeffrey dell´Università di Liverpool ha descritto il nuovo modo di studiare le impressioni lasciate dal cervello all´interno del cranio fossilizzato.

La sua ricerca s´innesta su un dibattito piuttosto acceso circa quanto avanzate potessero essere le capacità mentali dell´hobbit.

La grotta sull´isola indonesiana di Flores, dove è stato trovato il fossile, conteneva anche i resti di strumenti di pietra, fuoco, ed un elefante pigmeo, a suggerire, ma non dimostrare, che l´Homo Floresiensis potesse avere avuto capacità cognitive sorprendentemente avanzate per un cervello di dimensioni tanto piccole.

Il volume endocraniale dell´Hobbit è compreso tra 380cc fino a 417cc.

"Considerevolmente più piccolo di quanto ci si aspetta dalla specie Homo, perfino di un Homo di statura diminuita, e solo leggermente più grande di quello degli scimpanzé attualmente viventi (383cc).

"Però a differenza degli scimpanzé, H. Floresiensis è stato trovato insieme a strumenti di pietra impressionanti. La maggior parte dei moderni umani avrebbe dovuto lavorare parecchio per modellare strumenti eleganti quanti quelli che si è lasciato indietro l´uomo nano" ha dichiarato, aggiungendo che "se non si dimostrerà che gli strumenti di pietra siano appartenuti ad altri ominidi di cervello più grande, i nostri assunti sulla dimensione del cervello si proveranno del tutto erronei".

E quest´ultimo sembra essere il caso, secondo il suo studio sulla scansione ai raggi X dei fossili, di scimmie viventi e di moderni umani. Il DR Jeffrey ha rivelato una semplice ed efficace misura di cavità endocraniali che offre una proporzione delle parti anteriore e posteriore del cervello e sembra riflettere le forme di rudimentali avanzamenti culturali tra le specie.

"La proporzione per l´H. Floresiensis (168%) cade entro il rango dell´Homo erectus (165-71%) ed è approssimativamente del 20% maggiore di quella degli scimpanzé" ha dichiarato. "Come atteso, la proporzione media per i moderni umani è molto superiore, di circa il 205%".

Poiché l´Homo erectus è il primo ominide a dimostrare chiaramente quel che potrebbe essere chiamata cultura, dato l´uso di strumenti di pietra, della vita in campi e un´organizzazione sociale simile a quella dei moderni cacciatori-raccoglitori, "queste scoperte dimostrano che le capacità cognitive e culturali dell´H. Floresiensis non sono del tutto incompatibili con gli strumenti di pietra trovati a Flores".

"Nonostante il cervello dell´Homo Floresiensis sia molto piccolo, è molto simile in proporzioni a quello dell´Homo erectus e di qui non incompatibile con l´insieme di strumenti di pietra trovati a Flores."

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