Lo scanner fotografa il volto della sacerdotessa egiziana
Gli studiosi hanno potuto ammirarla senza bisogno di aprire il sarcofago.
Ha riposato in pace per circa 3000 anni nel suo sarcofago e sarebbe stato ingiusto disturbarla. Ma grazie al supertecnologico scanner «Philips Brilliance iCT» gli studiosi hanno potuto ammirare il suo volto e il suo corpo senza aprire la tomba. Le straordinarie immagini del feretro di Meresamun, una sacerdotessa vissuta in Egitto tre millenni fa, sono finalmente state immortalate da un team di scienziati americani guidati dal professore Michael Vannier. Con questa sofisticata scannerizzazione gli studiosi sono riusciti a cogliere splendidi immagini tridimensionali che permettono di scrutare non solo gli interni del sarcofago, ma anche oltre i diversi strati di lino che proteggono il corpo della mummia.
SARCOFAGO SIGILLATO - La mummia si trova in un sarcofago sigillato e finemente decorato che fu acquistato nel 1920 da James Henry Breasted, fondatore del «Oriental Institute Museum» di Chicago. Il nome di Meresamun, presente sul sarcofago, significa in antico egizio «colei che vive per Amon». Probabilmente la sacerdotessa visse a Tebe intorno al 1000 A.C. Sulla tomba sono presenti anche altre iscrizioni. Una di questa afferma che Meresamun durante la vita terrena fu una «cantante all'interno del Tempio di Amon» e da ciò gli studiosi hanno potuto intuire che si deve trattare di una delle numerose sacerdotesse che durante i riti religiosi intonavano canzoni in onore del dio egiziano. Le foto tridimendionali permettono di vedere lo scheletro, gli occhi coperti da due piccole pietre e i resti di alcuni organi all'interno del corpo della sacerdotessa.
UNA DONNA GIOVANE E CON GLI OCCHI GRANDI - Gli studiosi pensano che la sacerdotessa sia morta molto giovane: al tempo del decesso doveva avere al massimo 30 anni. Non si conoscono le cause della sua morte. Dalle immagini si nota che le sue ossa sono sane e forti e secondo gli esperti la donna si nutriva bene e faceva anche una vita attiva. Tuttavia i suoi denti appaiono logori e ciò è dovuto probabilmente alla sabbia presente nel pane egiziano, ottenuto da farina macinata con la pietra. Alla fine gli egittologi hanno delineato anche le misure e l'aspetto della sacerdotessa: era alta 1 metro e 65 cm, aveva gli occhi grandi e il volto simmetrico, gli zigomi prominenti e il naso un po' lungo. L'egittologo Emily Teeter, che insegna all'Università di Chicago conferma: «E' stato davvero entusiasmante vedere queste foto» mentre il professore americano Michael Vannier, che ha guidato la scannerizzazione del corpo della sacerdotessa, esalta il risultato del suo lavoro: «Le immagini della mummia sono mozzafiato» dichiara. «Possiamo vedere ogni particolare, anche quelli più impercettibili».
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