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8 Febbraio 2008 ARCHEOLOGIA
Corriere di Como
Sul Lario sogna l'Indiana Jones che è in tutti noi
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'Tra una quindicina di giorni', promette il direttore dei Musei Civici di Como, Lanfredo Castelletti, saranno pronte le 'cartelle cliniche' degli otto scheletri del Neolitico (compresa la celeberrima coppia 'abbracciata', forse madre e pargolo, forse due teneri fidanzati) rinvenuti il 5 febbraio dello scorso anno nella campagna mantovana, in località Valdaro di San Giorgio. E dal successivo marzo studiati dal laboratorio di Archeobiologia del Museo 'Paolo Giovio'. Non è escluso che al termine dell'indagine scientifica, come corrispettivo tangibile per l'impegno profuso, il Comune di Como possa esporre temporaneamente al pubblico alcuni di questi reperti. In attesa di alzare il velo sul mistero che affascina studiosi e profani, è utile interrogarsi sulle prospettive dell'archeologia nel territorio lariano. Non è certo praticata come sterile culto dell'antichità, visto che coinvolge ogni anno decine di giovani entusiasti in campagne di scavo e ultimamente anche molti bambini e ragazzi delle scuole con i laboratori interattivi promossi proprio dal 'Giovio'. Ma la ricerca può diventare a conti fatti non solo motivo d'orgoglio ma anche occasione di sviluppo turistico-culturale. Il laboratorio diretto da Castelletti è un fiore all'occhiello di rinomanza ormai internazionale, è vero, ma altro può far sognare l'Indiana Jones che è in tutti noi: che dire infatti delle mirabolanti ipotesi archeoastronomiche suscitate dal 'cerchio magico', l'enorme 'pseudo Stonehenge' rinvenuta durante il cantiere del nuovo ospedale Sant'Anna' E del 'Castelliere' che si sta faticosamente portando alla luce a Ramponio Verna' Ricchezze simili, nella terra che ha dato i natali ai Plinii, potrebbero essere meditate e valorizzate di più.