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1 Gennaio 2008 ARCHEOLOGIA
Archeobologna
necropoli tardo antica di Baggiovara di Modena
tempo di lettura previsto 3 min. circa

Tra i mesi di maggio e giugno 2006, in un cantiere edile a Baggiovara di Modena, si è svolto uno scavo archeologico diretto dal dott. Donato Labate dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna e coordinato dalla dott.ssa Cristina Palazzini di Archeosistemi. Lo scavo è stato possibile grazie al contributo della società immobiliare GARDEN s.r.l. che, tramite il presidente Rosaria Marazzi, ha anche assicurato la disponibilità a finanziare la pubblicazione sugli esiti della ricerca.

Le indagini archeologiche hanno portato alla luce i resti di un antico sepolcreto costituito da 17 sepolture ad inumazione databili, sulla base di alcuni oggetti rinvenuti nelle tombe, tra il tardo antico e l'inizio del medioevo cioè tra il VI e il VII secolo d.C. La vicinanza di un rustico di età romana (che sulla base dei reperti rinvenuti è stato datato dall'età repubblicana al tardo antico, dunque dal II sec.a.C. al VI sec. d.C.) rende verosimile l'ipotesi che il sepolcreto ne abbia ospitato i defunti perlomeno nell'ultima fase di utilizzo. Il rustico di età romana, segnalato agli inizi degli anni '90 da Ivan Zaccarelli, è stato oggetto di alcune indagini archeologiche preventive condotte dalla dott.ssa Silvia Pellegrini del Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena.L'area sepolcrale, estesa in lunghezza per 60 metri e larga circa 15, si sviluppa da Nord a Sud pressoché parallela alla via Giardini. Le sepolture, deposte secondo il rito dell'inumazione ed in posizione supina, risultano tutte orientate da est a ovest anche se il capo è indifferentemente posto sia a oriente che a occidente, con un leggero disassamento verso N-E e S-W. Otto sepolture sono in fossa semplice, cinque in cappuccina di tegole, due in cassetta di mattoni, una su letto di tegole ed una coperta da una tegola (per vedere altre immagini clicca qui)

Tre inumazioni appartengono a bambini in età neonatale, di cui due (Tomba 7 e 8) deposti all'interno di una piccola "cappuccina" (il corpicino, appena distinguibile, è posto su una tegola in piano e poi racchiuso da altre due tegole disposte a doppio spiovente) e il terzo (Tomba 19) in una cassetta di mattoni. I corpi dei tre neonati sono orientati con il capo ad est e i piedi ad ovest e le tre sepolture sono prive di corredo. Altri tre bambini (Tomba 14, 16 e 18) sono deposti in fossa semplice, due con lo stesso orientamento dei neonati e il terzo con capo a ovest e piedi ad est. Di particolare rilievo è lo scavo di una fossa contenente due "cappuccine" affiancate (Tomba 1 e 3). Anche in questo caso ciascun inumato giace su un letto di tre tegole affiancate coperto da altre tre coppie di tegole a doppio spiovente; a chiusura delle testate sono poste altre due tegole di taglio. L'analisi degli scheletri effettuata da un antropologo all'Università di Modena, ha permesso di identificare nel defunto della Tomba 1 una giovane donna adulta e in quello della Tomba 3 una giovane ragazza tra i 12 e i 15 anni. Entrambi i corpi presentano il capo a ovest e i piedi ad est; tra la mandibola e la clavicola sinistra della giovane donna è stato rinvenuto un pettine in osso a doppia dentatura, probabilmente fissato ai capelli al momento della sepoltura.