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1 Gennaio 2008 ARCHEOLOGIA
Archeobologna
un´area sacra a destinazione funeraria databile all´Età del Ferro a Monte la Pila
tempo di lettura previsto 2 min. circa

Il sito archeologico di Monte La Pila si trova su un'altura rocciosa presso il fondovalle della Val Termina di Torre in Bassa Val d'Enza, altura tuttora denominata "Al Castél".

Le indagini archeologiche hanno evidenziato tre fasi di insediamento: la prima attribuibile all'Età del Bronzo Medio, Recente e Finale (XVII–X secc. a.C.), la seconda all'Età del Ferro di facies etruscopadana e poi di facies ligure (V–III secc. a.C.), e un'ultima di età medievale, testimoniata dall'imponente fortilizio tuttora ben individuabile (in superficie ed elevato) alla sommità (X–XII secolo).

La prima individuazione del sito avvenne maggio 1993 nel corso di una ricerca di archeologia di superficie volta a indagare i territori appenninici delle Valli Baganza, Parma, Enza, situati nelle Provincie di Parma e Reggio Emilia. Da allora, e fino al giugno 2006, l'area è stata oggetto di sistematiche ricerche di superficie che hanno recuperato migliaia di reperti archeologici, prontamente consegnati al Museo Archeologico Nazionale di Parma.

Tra quelli rinvenuti nel giugno 2006, figuravano in particolare tre oggetti che, per tipologia, apparivano incompatibili con la datazione della copertura del terreno, verosimilmente attribuibile a sbancamenti di epoca medioevale, ma in realtà contenente i resti -sbancati nel Medioevo ma riposizionatisi lungo i versanti- di un importante villaggio dell'Età del Bronzo, di facies terramaricola.

I tre reperti, una rondella di cranio umano, un frammento di femore e una grande fibula intatta di tipo certosa, appartengono infatti ai decenni centrali V secolo a.C. Sono stati trovati (vicini tra loro) presso un curioso rigonfiamento del terreno cosparso di pietre squadrate e clasti informi, su un pianoretto reso ormai quasi impercettibile dalla copertura del terreno costituita dagli spostamenti di terra preliminari alla costruzione e all'impianto delle strutture castellane, databile, in base agli scarsi materiali, al X-XII secolo.

Si è quindi ipotizzato che un aratro avesse intaccato strutture funerarie di inumati etrusco padani in giacitura primaria (cioè nel luogo originario di sepoltura) ed è stato effettuato un intervento di emergenza volto al recupero di un eventuale sepolcro dell'Età del Ferro, scavo che si è svolto dal 24 luglio al 5 settembre 2006.

La campagna di scavo ha intercettato un'area sacra a destinazione funeraria databile all'Età del Ferro (V secolo a.C.).

La sua interpretazione ha dovuto tenere conto di un differimento diacronico degli eventi.