Pontecagnano (Sa) - Una delle scoperte archeologiche piu' importanti degli ultimi cinquanta anni, quella che, nel 1964, porto' alla luce un vasto insediamento etrusco a Pontecagnano, ha aperto una nuova pagina nella storia dell'archeologia della Campania dimostrando che gli Etruschi si spinsero molto piu' a sud di quanto si credesse: sulla base di questa consapevolezza nasce il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano "Gli Etruschi di frontiera", realizzato grazie al finanziamento di 10.500.000 euro da parte del ministero per i Beni e le Attivita' Culturali, 2.530.000 euro dalla regione Campania, mentre il comune di Pontecagnano ha contribuito acquistando i 6.500 metri quadri di terreno su cui oggi sorge il Museo.
"Quella di Pontecagnano fu una scoperta straordinaria - ha spiegato Giuliana Tocco, soprintendente ai Beni Archeologici delle province di Salerno, Avellino e Benevento - un grande centro che rimase attivo e vitale dalla fine del X secolo a.C. fino all'eta' romana, quando divenne una delle prime colonie nella strategia di espansione dell'Impero verso sud. A questo insediamento fu dedicato, gia' nel 1978 un piccolo antiquarium, al quale oggi, invece, si sostituisce questo grande museo. Il mio sogno, ora, e' di fare di Pontecagnano un punto di sosta per il grande pubblico e per gli studiosi".
Il museo, infatti, rappresenta la tappa finale del progetto condotto dalla soprintendenza per valorizzare il patrimonio archeologico del territorio e si avvarra', per concorrere alla realizzazione del sogno della soprintendente Tocco, del circuito Magnifico, sistema integrato di comunicazione e di promozione del patrimonio culturale del ministero per i Beni e le Attivita' Culturali. Il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano "Gli Etruschi di frontiera" si inserisce in un'idea di valorizzazione delle risorse del territorio all'interno del territorio stesso e ospita, al suo interno, gli uffici della soprintendenza, un Auditorium di 200 posti, la biblioteca, il laboratorio di restauro, il laboratorio fotografico, i depositi archeologici, le sale per le mostre temporanee, la sala proiezioni e la postazione internet. Ma l'anima del museo e' un racconto temporale lungo circa mille anni, il racconto dell'uomo nella Piana del Sele, tra il mare e le prime pendici collinari dei Picentini, il cui filo conduttore e' racchiuso nel termine "frontiera", inteso come luogo in cui diversi gruppi si incontrano creando una comunita' aperta.
Questa lunga storia, raccontata dal percorso espositivo seguendo l'ordine cronologico degli eventi, si snoda attraverso sei sezioni: "La preistoria", "La prima eta' del Ferro", "La citta' dei principi", "La citta' arcaica", "L'eta' classica ed ellenistica" e "L'eta' romana". Centrale, la sezione dedicata alle aristocrazie del periodo Orientalizzante (fine VIII - fine VII secolo a.C.) alle quali sono riferibili alcune sepolture principesche nelle quali sono stati rinvenuti reperti in materiale prezioso provenienti dall'Oriente.
"La nascita del museo rappresenta un evento importantissimo - ha dichiarato Anna Maria Reggiani, direttore generale per i Beni Archeologici del ministero per i Beni e le Attivita' Culturali - Pontecagnano non e' solo uno dei siti piu' importanti della Campania, ma di tutta l'Italia e il suo Museo, che sorge nel Parco Archeologico gestito da Legambiente, potra' essere un modello di sviluppo per una zona finora esclusa dai grandi flussi turistici".
L'importanza del sito di Pontecagnano e' documentata dagli oltre 8.000 ricchi corredi funerari che raccontano la storia di un insediamento nato nella Prima Eta' del Ferro (fine X - inizi IX secolo.a.C.) sulla sponda sinistra del fiume Picentino, in seguito allo spostamento di nuclei di popolazione dall'Etruria marittima nella Piana del Sele e il cui momento di massima fioritura fu quello cosiddetto Orientalizzante, quando il potere era incentrato nelle mani di grandi famiglie aristocratiche, dominate da figure di potenti principi e principesse che vivevano una vita lussuosa e raffinata documentata, nel percorso espositivo, da arredi, vasellame e gioielli preziosi ed esotici.
L'insediamento assunse piano piano caratteristiche urbane: vi furono fondati due santuari, si eresse la fortificazione e furono tracciate le strade. Una crescita rigogliosa di una grande comunita' aperta, sebbene di frontiera, in cui si incontrarono Greci, Etruschi, Fenici, genti dalle colonie greche e dall'Asia Minore; una crescita interrotta solo con la conquista della Piana del Sele da parte dei Romani che, nel 273 a.C., fondarono la colonia Picentia che il geografo di eta' augustea Strabone descrive come ormai decaduta ai suoi tempi a causa delle ritorsioni attuate dai Romani per la sua fedelta' ad Annibale in occasione della prima Guerra Punica.
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