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28 Febbraio 2007 ARCHEOLOGIA
Il Gazzettino Online
FIRENZE. Zahi Hawass, direttore delle antichità del Cairo, preannuncia iniziative clamorose
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Svelare il segreto della grande piramide; mostrare il volto della regina Hatshepsut, l'unica donna che divenne faraone; trovare la tomba di Cleopatra e dell'amato Marco Antonio: se a proclamare questi obiettivi «per il 2007» non fosse Zahi Hawass, il segretario generale delle antichità dell'Egitto, li si "bollerebbe" come il sogno non dichiarato degli egittologi del mondo. Invece per l'uomo più potente dell'archeologia egiziana, studioso attento, abile manager, istrionico divulgatore, si tratta dei progetti di un solo anno, quello in corso.

Domenica scorsa, al Palacongressi di Firenze, ad attendere Hawass, l'ospite più prestigioso della sesta giornata di Archeologia Viva, è arrivato il pubblico delle grandi occasioni. Dopo il bagno di folla, si è concesso alle interviste e agli autografi come una rock-star.

Signor Hawass, tre colpi da novanta tutti in un anno e poi?

«Per quanto riguarda nuove scoperte, l'Egitto non ha problemi. Finora è stato scavato solo il 30\%. Non oso immaginare cosa ci aspetterà ancora... Ma oggi l'imperativo non è comunque scavare. Sicuramente non si faranno nuove missioni nell'Alto Egitto, e si punterà a fare conservazione e a promuovere nuove pubblicazioni».

L'Egitto deve garantire lunga vita ai monumenti, un bene dell'umanità, e il turismo è la prima voce di bilancio dello Stato che è anche la prima causa di degrado del patrimonio. Non è una contraddizione?

«Noi abbiamo l'obbligo morale di salvaguardare i monumenti per i posteri, ma non possiamo negare che tale bellezze non siano godute anche dai contemporanei. Così nelle situazioni più critiche, come possono essere le due straordinarie tombe di Sethi I nella Valle dei Re e Nefertari nella Valle delle Regine, a Tebe, si realizzeranno delle copie per il pubblico. Come è successo per la grotta di Lascaux in Francia, la cappella sistina del paleolitico. Altrimenti tra 50 anni le avremo perse».

Ma se non scavano le missioni ufficiali ci penseranno i tombaroli.

«Da quando sono responsabile delle Antichità egiziane non solo la situazione è sotto controllo, grazie a una responsabilizzazione della popolazione e dei funzionari periferici, ma è stata intrapresa una sistematica caccia agli oggetti trafugati dall'Egitto: già 3500 preziosi reperti sono rientrati in Patria. Nei prossimi giorni torneranno i capelli di Ramses II e il famoso vaso di Saqqara, oggi al Louvre. E non è finita...».

Ma alcuni sono ancora solo un bel sogno...

«È vero, ma siamo a una svolta, quasi un ultimatum per cinque "supercapolavori": la stele di Rosetta da Londra; la statua di Nefertari da Berlino; lo Zodiaco di Dendera da Parigi; la statua dell'architetto della grande piramide; e la statua dell'architetto della seconda piramide da Boston».

Non male, ma come farà?

«Ho intenzione di indire una conferenza internazionale sui Beni culturali cui saranno invitati i rappresentanti dei Paesi, tra cui l'Italia, con la più alta concentrazione di patrimonio culturale. E ognuno stabilirà qual è o quali sono i capolavori che gli sono stati sottratti e che devono far ritorno in Patria».

Intanto ha un 2007 già ricco di impegni...

«Entro l'anno svelerò il segreto della Grande Piramide. È uno dei miei tormenti.Ho fatto riprodurre un tunnel analogo a quello che si trova nella piramide di Cheope per fare un test con due robot. Due team, uno di Hong Kong e uno di Singapore, coordinati dall'università di Manchester, testeranno due tipi diversi di robot simulando l'esplorazione del tunnel per arrivare a scoprire cosa si nasconde dietro la seconda porta, scoperta casualmente nel momento in cui il primo robot realizzato dal National Geographic si è rotto dopo la prima porta, avanzando per 60 metri. In marzo sceglierò la squadra che mi affiancherà. Da ottobre vedremo cosa c'è dietro la seconda e la terza porta».

Ha parlato anche di Hatshepsut.

«Chi da luglio verrà al Cairo potrà ammirare la mummia della regina Hatshepsut. Sarà un evento straordinario».

Ma con Antonio e Cleopatra il successo non sembra così scontato.

«La loro storia d'amore mi ha sempre affascinato. Per questo qualche settimana fa, quando una ricercatrice del British è arrivata alla conclusione che Cleopatra era brutta, mi ha preso un coccolone. Come è possibile che la donna che ammaliò i due uomini più potenti dell'epoca fosse brutta! Sappiamo che Antonio ottenne dal Senato di essere sepolto in Egitto, e che Cleopatra stabilì che fosse sepolto accanto a lei. Sono convinto che la loro tomba sia stata posta in un tempio».

Ma ha già qualche indizio?

«A 50 chilometri a ovest di Alessandria c'è un'area interessante. Dovete pazientare ancora due mesi, sarà una sepoltura ancora più prestigiosa di quella di Tutankhamon».