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17 Febbraio 2006 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
Scoperte in Siria grazie agli scritti di un esploratore sfortunato
tempo di lettura previsto 3 min. circa

ALEPPO, Siria – Prima l'archeologo francese degli anni 20 terminò i finanziamenti prima di scoprire i tesori che riteneva fossero nascosti sotto un castello siriano; ora ha esaurito il suo tempo per vedere altri finire il lavoro.

Con dodici anni di ritardo per Georges Ploix de Rotrou, una squadra tedesca ora ha rivelato lo splendore di un tempio di 500 metri quadrati dedicato al Dio della Tempesta che giace sotto l´ampia cittadella di Aleppo.

Ploix de Rotrou, direttore dell´Autorità per le antichità francesi in Siria, iniziò a scavare sotto le rovine islamiche medioevali al castello nel 1929 ma finì i soldi in un anno. Aveva scoperto due creature alate intagliate in una lastra di basalto che data al periodo ittita (II millennio a.C.), un´anticipazione frustrante che servì soltanto a rinforzare la sua convinzione che vi fosse là sotto qualcosa di spettacolare. È morto nel 1994, appena due anni prima che una squadra dall'università de Berlino ricominciasse gli scavi al sito, basandosi sui suoi appunti.

I lavori si sono conclusi la scorsa settimana – dopo aver trovato numerose sculture tra cui leoni, uomini-toro e una figura mezzo uomo e mezzo pesce mezzo con mani sottili.

Una lapide mostra il Dio della Tempesta, con una clava in mano, a bordo di un carro, guidato da un toro possente. L´altare del tempio è stato scoperto quasi intatto.

Ploix de Rotrou, a quanTo risulta, aveva raggiunto la parete esterna del tempio che è stata adesso ricoperta -- ma soltanto con sacchi di sabbia per proteggerla dai ladri e dall'inverno.

"È stato semplicemente sfortunato e non ha visto il resto delle sculture prima di terminare i finanziamenti. Se soltanto avesse scavato ancora poco di più... " ha dichiarato il professor Matthias Knaut alla Reuters prima di tornare a Berlino.

"Le sculture sono preservate in modo perfetto, anche se si possono vedere le tracce di un fuoco dal primo millennio a.C." ha dichiarato, aggiungendo che le antiche grotte che da cui fu tratto il basalto usato nel tempio sono state trovate recentemente a pochi chilometri da Aleppo.

Una pubblicazione su come proteggere il luogo, edita dal Ministero Siriano per la cultura e del Fondo Monetario Mondiale per i Monumenti, spiega che il tempio rappresenta il primo uso conosciuto di lastre di pietra decorate in Medio Oriente.

ITTITI

Il tempio, sostengono gli archeologi, ha aiutato a gettare luce sugli Ittiti e sui regni Luviano e Arameo collegati ad essi.

Una delle lastre mostra un re che fa un'offerta al Dio della Tempesta, che i geroglifici in Luviano chiamano Re Taitas di Padasatini, un regno precedentemente sconosciuto che si impose in Turchia e nella Siria del sud.

Gli Ittiti erano una razza indoeuropea che si stanziò in Anatolia nel diciottesimo secolo a.C. e divennero nei 300 anni successivi una potenza militare importante che raggiunse la Siria e l´Irak prima del crollo attorno al XIII secolo a.C. Erano guerrieri temibili, saccheggiarono Babilonia in 1595 a.C., ed intrattennero relazioni diplomatiche con i faraoni della XVIII dinastia dell'Egitto, che regnava su gran parte del litorale siriano compreso il Libano attuale.

Alcune corrispondenze diplomatiche sono state trovate negli archivi del faraone Akhenaton, scoperti in Egitto.

Il professor Kay Kohlmeyer, che dirige la missione tedesca in Aleppo, ha dichiarato che il livello di sviluppo del Tempio del Dio della Tempesta contribuisce a dimostrare che la Siria antica non era uno stagno culturale.

"Non vi è niente di paragonabile a questi rilievi dal periodo dell´Impero Ittita (1420-1200). La sfida ora è riuscire a conservare il tempio "ha aggiunto.

Il basalto è conosciuto per diventare debole una volta esposto al sole ed alla pioggia, particolarmente se sepolto per un periodo lungo. Molti dei 7.000 siti archeologici in Siria, comprese le rovine romane di basalto del Al-al-Sham di Busra nel sud, hanno sofferto per gli agenti atmosferici ed il vandalismo.

Gli sforzi si concentreranno inoltre sulla cittadella medioevale di Aleppo, ma la scultura originale ittita trovata da Ploix de Rotrou è al sicuro. L´aveva fatta portare portata al magnifico museo di Aleppo, che egli stesso fece costruire nel 1926.