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27 Febbraio 2006 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
Decifrato il disco del cielo di Nebra
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Un gruppo di scienziati tedeschi afferma di avere decifrato il significato di una delle scoperte archeologiche più spettacolari degli anni recenti: il disco di Nebra era usato come un avanzato orologio astronomico.

Lo scopo del disco di 3, 600 anni or sono, che generò grande clamore quando fu portato all´attenzione del pubblico tedesco nel 2002, non sarà più oggetto di speculazioni.

Un gruppo di studiosi tedeschi ha scoperto evidenze che suggeriscono che il disco fosse usato come complesso orologio astrologico per l´armonizzazione del calendario lunare e di quello solare.

A differenza del calendario solare, che indica la posizione della terra mentre essa gira attorno al sole, il calendario lunare si basa sulle fasi della luna. L´anno lunare è di 11 giorni più breve dell´anno solare poiché i 12 mesi sinodici, ossia i 12 ritorni della luna ad una nuova fase, richiedono solo 354 giorni.

Il disco solare di Nebra era usato per determinare se e quando un tredicesimo mese – il cosiddetto mese intercalare – dovesse essere aggiunto all´anno lunare per mantenere il calendario lunare allineato alle stagioni.

"Il funzionamento di questo orologio era probabilmente noto ad un´elite molto ristretta" spiega l´archeologo Harold Mellar.

Il disco di bronzo di 32 cm di diametro, con applicazioni di lamina d´oro a rappresentare il sole, la luna, e le stelle è la rappresentazione più antica del cosmo conosciuta ad oggi. Un gruppo di sette punti era stato già in precedenza interpretato come la costellazione delle Pleiadi come appariva 3, 600 anni or sono. La spiegazione del proposito del disco getta ora nuova luce sulle conoscenze e capacità astronomiche dei popoli dell´Età del Bronzo, che usavano una combinazione di calendari solare e lunare come importanti indicatori per le stagioni agricole ed il passare del tempo.

"Quel che più sorprende è che i popoli dell´Età del Bronzo riuscirono ad armonizzare l´anno solare quello lunare. Non li avremmo mai creduti capaci di tanto" ha aggiunto Mellar.

Secondo l´astronomo Wolfhard Schossler della Università della Ruhr di Bochum, gli osservatori del cielo dell´Età del Bronzo conoscevano quel che i Babilonesi avrebbero descritto solo 1, 000 anni più tardi.

"Se si trattasse di una scoperta locale, o se invece la conoscenza provenisse da lontano, non è ancora chiaro" ha aggiunto.

Dal momento della scoperta del disco, archeologi ed astronomi sono stati incuriositi dalla forma della luna come appare sul disco.

"Volevo spiegare la dimensione di quella luna crescente sul disco del cielo, perché non è una nuova fase della luna" ha dichiarato l´astronomo di Amburgo Ralph Hansen.

Nel suo tentativo di spiegare perché gli astronomi di Nebra crearono una mappa del cielo con una luna vecchia di quattro o cinque giorni, Hansen ha consultato la collezione di documenti babilonesi "Mul-Alpin" risalente ad un periodo compreso tra VII e VI secolo a.C.,

Queste scritture cuneiformi rappresentano, secondo Hansen, un compendio di "conoscenze astronomiche dei primi tempi". Contengono inoltre una regola per il calcolo della luna crescente che sembra sorprendentemente simile a quello di Nebra.

Secondo l´antica regola babilonese, solo un tredicesimo mese doveva essere aggiunto al calendario lunare e sola quando si vedeva la costellazione delle Pleiadi e la luna esattamente per come appaiono sul disco.

Gli astronomi dell´età del Bronzo non avrebbero tenuto l´orologio di Nebra contro il cielo per osservare la posizione degli astri. Il mese intercalare era inserito quando vedevano che il cielo corrispondeva alla mappa sul disco che tenevano tra le mani. Ciò accadeva ogni due o tre anni.

Ma gli archeologi tedeschi hanno scoperto anche che nei 400 anni in cui il disco fu in uso, le cose cambiarono. Le perforazioni sul bordo dell´oggetto, come anche una nave aggiunta in seguito sulla mappa, suggeriscono che la conoscenza della mancanza di giorni dal calendario lunare fu persa con il passare del tempo.

"Ciò significa che alla fine il disco divenne un oggetto di culto" ha dichiarato Meller.