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28 Febbraio 2006 ARCHEOLOGIA
Repubblica.it
La Pompei dell'Oriente individuata in Indonesia
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WASHINGTON - Una nuova Pompei è molto probabilmente sepolta sotto tre metri di roccia e cenere sull'isola indonesiana di Sumbawa. Alcuni scienziati americani, infatti, hanno scoperto tracce di una città scomparsa, Tambora, spazzata via nel 1815 dalla più violenta eruzione vulcanica di cui si ha memoria nel pianeta.

"Tambora potenzialmente potrebbe essere definita la Pompei dell'Est, e diventare da oggi in poi un sito di grandissimo interesse", ha spiegato il professor Haraldur Sigurdsson dell'Università americana del Rhode Island, che da vent'anni svolge ricerche nella zona. "Tutte le persone, le loro case e le loro culture sono rimaste conservate così com'erano nel 1815. Ora che abbiamo fatto questa enorme scoperta dovremo procedere in modo molto attento, perché è importante che non alteriamo lo stato di conservazione".

Il villaggio perduto è stato individuato da Sigurdsson e dai suoi colleghi dell'Università del North Carolina e dall'ufficio di Vulcanologia indonesiano durante uno scavo archeologico di sei settimane nell'estate del 2004. Per arrivare al sito esatto, i ricercatori hanno esplorato una fossa nella giungla scavando in un profondo deposito di cenere e roccia vulcanica dove la popolazione locale aveva scoperto alcuni antichi oggetti.

I primi frammenti (vasellame, legno carbonizzato, ossa) sono stati ritrovati immediatamente. Usando una specie di radar che riesce a esplorare sottoterra, poi, gli archeologi hanno trovato una casa seppellita sotto tre metri di cenere. "La casa era totalmente carbonizzata - spiega il professor Sigurdsson - ma dentro erano conservati due corpi carbonizzati, insieme a tutte le loro suppellettili personali. Il resto della città è ancora perfettamente conservato qui sotto". Gli oggetti scoperti fino ad ora, in particolare quelli di bronzo, suggeriscono che l'economia tamborana era florida e aveva contatti commerciali con Vietnam e Cambogia. La loro lingua, inoltre, era probabilmente collegata al gruppo del Mon-Khmer (sparsa in tutto il sudest asiatico). La spedizione, ora, intende ritornare al villaggio il prossimo anno per riportare alla luce un grande palazzo di legno.

L'eruzione del monte Tambora è una delle più potenti che l'uomo possa ricordare. L'esplosione, avvenuta nell'aprile del 1815, convolse un'area enorme, comprendendo le isole Maluku, Java e parte di Bali e Lombok. Almeno diecimila cittadini furono uccisi dal flusso di gas caldo, cenere e rocce. In totale oltre 117mila persone morirono, negli anni successivi, a causa di epidemie e carestie. Il 1816 passò alla storia come "l'anno senza estate" a causa del raffreddamento globale che seguì alla messa in atmosfera della cenere vulcanica proveniente dall'eruzione.