Un articolo che sarà pubblicato sul numero di gennaio della rivista American Journal of Medical Genetics esamina i resti ed il ritratto dei nani nell´antico Egitto, concludendo che erano parte integrante della società e che il loro problema fisico non era considerato un handicap.
Gli antichi egizi hanno lasciato un´immensa quantità di informazioni sulla loro cultura e la loro vita quotidiana, tramite iscrizioni e rappresentazioni su tombe e mura dei templi, documenti su papiro ed oggetti funerari. Inoltre, il clima caldo e asciutto e l´elaborato sistema di sepoltura ha lasciato intatti molti resti umani, inclusi scheletri completi e parziali. Come risultato, l´Egitto è la principale fonte di informazioni sul modo in cui l´acondroplasia (la patologia ossea che causa la più comune delle forme di nanismo) era percepita nei tempi antichi.
Scritto da Chahira Kozma, del dipartimento di pediatria dell´Ospedale della Georgetown University, l´articolo esamina resti biologici ed evidenze artistiche del nanismo nell´antico Egitto, inclusi nani che raggiunsero uno status di eminenza all´interno della società. Le prime evidenze biologiche di nani nell´antico Egitto si datano al Periodo Predinastico chiamato il "Periodo Badarian" (4500 a.C.) in aggiunta a diversi altri scheletri dell´Antico Regno (2700-2190 a.C.). Le fonti pittoriche relative su monumenti sepolcrali e su vasi, statue ed altre forme d´arte, sono numerose ed indicano che i nani erano impiegati come attendenti personali, responsabili della produzione del lino, addestratori di animali, gioiellieri, danzatori ed intrattenitori.
Diversi nani erano membri delle famiglie di alti ufficiali, ed erano stimati al punto da ottenere sontuosi siti funebri nel cimitero reale vicino alle piramidi. Vi erano inoltre alcune divinità nane nell´antico Egitto, coinvolte in pratiche magiche per proteggere i vivi e i morti. In aggiunta, i nani comuni sono rappresentati in almeno 50 tombe e la ripetizione di certe figure mostra come fossero ben integrati in vari aspetti della società, e specializzati in certe occupazioni.
Il ritratto di nani come mostrato in documenti provenienti dall´antico Egitto, le numerose figurine ed amuleti modellati sulle loro sembianze, come anche testi dai papiri ad invocare i loro poteri magici, portano l´autore a concludere che "l´immagine delle persone piccole nell´antico Egitto fosse essenzialmente positiva". "I nani erano probabilmente accettati nell´antico Egitto ed era loro riconosciuto un ruolo visibile nella società" conclude l´autore. "Inoltre, le loro attività quotidiane suggeriscono la piena integrazione nella vita di tutti i giorni e che la loro malattia non fosse considerata invalidante o discriminante."
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