MILANO - ''Quarantamila armati fanno irruzione in citta'...Alla fine, mentre ovunque edifici sacri e profani rovinavano tra le fiamme, il solo a salvarsi fu il tempio di Mefite'': cosi' Tacito descriveva nelle sue 'Storie' la distruzione della citta' di Cremona nel 69 d.C, ad opera delle armate di Aulo Vitellio. Fino ad oggi pero' non si poteva affermare con certezza che l'episodio narrato fosse realmente accaduto visto che le poche tracce recuperate nel corso di alcuni scavi parziali nella citta' non erano stati di grande aiuto. Ora lo scavo di Piazza Marconi conferma la distruzione della citta' narrata da Tacito: e' la tesi degli esperti intervenuti oggi alla Sala delle Colonne della Sovrintendenza per i Beni Archeologici, a Milano. Alla presenza del sindaco di Cremona, Gian Carlo Corada, e di Elisabetta Roffia, Sovrintendente Reggente per i Beni Archeologici della Lombardia, l'ispettrice della Sovrintendenza ai Beni Archeologici della Regione Lombardia, Lynn Passi Pitcher, ha illustrato le recenti scoperte emerse dagli scavi. Negli anni a partire dal 1983, con un primo saggio di scavo nella parte sud-est di Piazza Marconi, e ultimamente in occasione di ricerche preliminari alla costruzione di un grande parcheggio sotterraneo nella zona, si e' potuto indagare su un' area piuttosto ampia della citta' antica, che copre circa 2000 mq per una profondita' massima di 7, 30 m. La piazza, anche se periferica rispetto al centro, si trova tuttavia all'interno delle mura della citta' e si affaccia sul cardo. ''Lo strato di ceneri degli incendi e le macerie di eta' romana individuati in vari punti dello scavo confermano sia la distruzione della citta' che la sua tanto decantata ricchezza - afferma Lynn Passi Pitcher - e ci permettono inoltre di avere un punto di riferimento per la datazione di molti reperti'. Oltre ai molti oggetti di uso quotidiano emersi dagli scavi di Piazza Marconi, sono stati rinvenuti anche vari affreschi, mosaici e frammenti di vetro che dimostrano l'eleganza e la raffinatezza degli abitanti della Cremona del I secolo dopo Cristo. In piu' gli studi hanno portato anche alla conclusione che in quell'epoca il paesaggio fosse differente e vi fosse un forte declivio in quell'area. Le scoperte degli archeologici andranno anche a beneficio dei cremonesi di oggi che, in occasione della costruzione del parcheggio, hanno visto riaffiorare una parte della loro storia. ''Un contributo alla cultura e ad una migliore qualita' della vita'', afferma il sindaco Gian Carlo Corada. Aggiunge Carla Di Francesco, Direttore per i Beni e le Attivita' Culturali della Lombardia: ''e' la dimostrazione che ricerca, studio e organizzazione portano a risultati concreti e soddisfacenti''.
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