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29 Maggio 2005 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Ancona si scopre un po´ meno greca
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Lo studio del porto antico di Ancona cambia il volto alla sua storia. Mura romane invece che greche, precisamente dell'età repubblicana e augustea, come i basamenti del colonnato, appartenente a un Foro romano, rinvenuto recentemente di fronte al museo archeologico nazionale delle Marche. Scoperte emerse nel convegno nazionale su "Ancona e il suo porto in età ellenistica, IV -I secolo avanti Cristo" che si è tenuto ieri nella Loggia dei Mercanti. Giornata di studi che ha elevato il dibattito su quanto di greco ci sia, e ci sia stato nell'Ankon che conosciamo. E che ha cambiato le certezze, spesso labili della scienza.

Il tempio dedicato a Venere Euplea sul colle Guasco, i cui resti si possono vedere da un vetro nel pavimento del Duomo? Non era greco ma romano. Le mura della prima città fondata dai greci, rinvenute dopo il terremoto del 1972 sotto la chiesa di Santa Maria della Piazza? Non sono greche ma romane. Mura del tutto simili a quelle di Osimo. A quelle inglobate in un muro in via della Cisterna, proprio dietro il Palazzo degli Anziani, a quelle nell'istituto Birarelli e a quelle rinvenute all'uscita del museo della Città, ora seppellite. «Facevano parte del sistema terrazzato della città» afferma la soprintendente Monica Salvini.

E ancora. Il primitivo porto greco che doveva sorgere tra il braccio dove c'è l'arco di Traiano e il prolungamento del Guasco, noto come penisola di monte Marano, poi erosa, dove ora ci sono i cantieri navali? E' inesatto, forse non c'è stato nessun porto greco tra gli scogli di San Clemente e della Volpe. Il tutto è nato a seguito dall'attento studio condotto da Monica Salvini, tra il 1998 e il 2002 ad Ancona, sui ritrovamenti del lungomare Vanvitelli. Reperti che non sarebbero emersi senza l'esigenza moderna della costruzione di un posteggio. Scavi che pare restino lì, che forse dovrebbero rimanere inglobati in un progetto di un parcheggio, e così salvaguardati. Ritrovamenti archeologici che hanno restituito una enorme quantità di frammenti di anfore, di cui una intera, che testimoniano la storia economica del commercio di Ancona, delle Marche e dell'Adriatico dal IV secolo avanti Cristo al V secolo dopo Cristo.

«Molte anfore portavano i bolli - afferma Gianfranco Paci dell'università di Macerata e presidente del comitato scientifico del convegno organizzato dall'Accademia marchigiana di scienze, lettere e arti -. Questi bolli ci parlano dell'arrivo di vino greco, dall'isola di Rodi nel II secolo avanti Cristo. Non solo. Dalle Puglie arrivava l'olio - prosegue - e si esportava il vino del Piceno verso la Padania». Insomma Ancona era protagonista della storia del commercio in area adriatica. Il sito archeologico del lungomare Vanvitelli è pluristratificato, vi sono fasi tra il II e metà del I secolo avanti Cristo, romana, medioevale e moderna. Sono stati trovati anche pali in legno, lucerne e contrafforti. Storia della città testimoniata nell'immagine più antica del porto di Ancona, ossia il bassorilievo scolpito nella colonna di Traiano a Roma. La scena 79 mostra l'arco di Traiano di Ancona, un tempio, poi il tempio di Venere sul Guasco con una via tortuosa che vi conduce, un colonnato e degli edifici. Costruzioni «che si possono interpretare di epoca augustea e che si trovavano sul lungomare Vanvitelli» afferma la Salvini. Mentre invece «il colonnato era quello del Foro romano della città augustea, dal I secolo avanti Cristo al I secolo dopo Cristo, il cui basamento di almeno sei grandi colonne sono rinvenute di fronte a palazzo Ferretti» aggiunge Giuliano De Marinis, soprintendente ai Beni archeologici delle Marche.

E la città greca? Ci sono monete e numerosi frammenti di ceramiche che testimoniano la civiltà ellenistica, anche tante stele funerarie scritte in greco «ma anche con nomi del defunto in greco» chiarisce Gianfranco Paci. Mario Luni dell'università di Urbino dice che le origini sono quelle però «non c'è stata una lunga colonia dei siracusani». A quei tempi Siracusa era una colonia dei dori di Corinto.