sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
17 Febbraio 2005 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
«Vi spiego come scoprirò i segreti di Cheope»
tempo di lettura previsto 2 min. circa

L´infaticabile Indiana Jones, così a lui piace essere definito, promette altre sensazionali scoperte entro l´anno. La prima sarà quella di aprire la camera reale di sepoltura nella grande piramide di Cheope. L´operazione sarà effettuata con un robot fabbricato con l´assistenza dell´Università di Singapore. Il piccolo braccio meccanico cercherà di arrivare per la seconda volta, al di là delle pietre poste a proteggere la camera del re. E´ il monumento più famoso e studiato al mondo: eppure i misteri e gli interrogativi continuano a superare le certezze. Ci sono teorie più attendibili di altre ma è inutile negare che su molti, importanti aspetti di questa costruzione gli studiosi siano ancora divisi. Da chi e come è stata costruita? E´ davvero una tomba oppure il faraone fu sepolto fuori dalla piramide che porta il suo nome? Quale è la sua vera funzione? Che segreti nasconde? Domande che, da sempre, dividono gli studiosi.

Questa volta Hawass è convinto di farcela: «Potrebbe essere la volta dell´altro condotto, quello nord, di cui sappiamo almeno tre cose: le dimensioni; dovrebbe avere anche lui una porticina che ne blocca, ad un certo punto l´accesso; e, soprattutto, un percorso più tortuoso perché, per evitare la Grande Galleria che conduce alla Camera del Re, opera una conversione a destra e poi una a sinistra. Un modo decisamente strano per realizzare un condotto d´aria...».

Il pallino di Hawass resta però Seti I. «Da quando Ali Abdel Rasoul appartenente ad una delle famiglie più prestigiose di Luxor, proprio quella che aveva scoperto nel 1871 il nascondiglio delle mummie, mi ha confidato 35 anni fa, il segreto tramandato dai nonni, dell´esistenza di un corridoio segreto nella tomba di Seti I, da allora la ricerca della sua mummia mi perseguita. Perché si pensa che proprio lì sia ancora nascosta la reale mummia del faraone e per eliminare ogni dubbio devo trovarla». Hawass si è già calato una volta fino a 30 metri di profondità ma il terreno ha ceduto e «le pietre hanno cominciato a piombarmi addosso». Prima dell´estate l´archeologo farà un secondo tentativo e questa volta è sicuro di farcela. Questi i progetti egiziani. Ma ce n´è uno anche italiano: quello di venire a dirigere il museo egizio di Torino: «Mi farebbe molto piacere lavorare in Italia, ma per ora la mia vita è negli scavi e nello scoprire reperti archeologici. Fermarmi in questo momento mi farebbe sentire come un uccello chiuso in gabbia, più in là però...».