TEHRAN – La ragione per il pianificato abbandono della città di Dahaneh Gholaman, dell´Era Achemenide, è ancora un mistero per gli archeologi, perfino dopo 40 anni di ricerche al sito.
Situata a due chilometri dal villaggio di Qal´e-No, e a circa 44 da Zabol nella provincia sud-orientale iraniana del Sistan-o-Baluchestan, l´antica città è stata individuata dagli archeologi italiani nel 1960. Non si riuscì già allora a trovare alcun reperto nel corso delle varie sessioni di scavo dal 1952 al 1965, ma gli archeologi furono comunque soddisfatti per gli studi architettonici condotti. Un gruppo di monumenti principali ed alcuni edifici singoli furono scoperti al sito, che copre un´area di 120, 000 metri quadrati.
Gli studi degli anni ´60 indicavano però che la città fu abbandonata dai residenti circa 200 anni dopo la fondazione, e che potrebbe essere stata rilocata nel Pakistan del giorno presente.
Le evidenze mostrano che il popolo abbandonò la città metodicamente ed in modo calmo, e che non vi furono fattori come fuoco, o l´irrompere di un´epidemia ferale, dietro la migrazione. Il popolo probabilmente prese la decisione di evacuare la città senza lasciare traccia, ha dichiarato Mansur Sajjadi, il direttore del team archeologico che lavora nella regione e presso la Città Bruciata di 5, 200 anni or sono.
Gli archeologi hanno concluso che la città fu abbandonata a seguito di un´importante decisione politica, per una forte tempesta di sabbia, o perché il fiume che riforniva d´acqua si apprestava ad estinguersi.
Ma secondo gli studi del team impegnato negli scavi, non vi fu un´importante decisione politica per la migrazione, ha dichiarato Sajjadi, sottolineando che la regione si trovava al suo zenit, nel corso dell´era Achemenide (550-331 circa a.C.) e che solo 150 o 200 anni trascorsero dalla sua costruzione alla sua evacuazione. In aggiunta, la città era un importante centro politico come capitale regionale dell´Impero Persiano.
La seconda proposta è similmente inverosimile, perché le tempeste di sabbia erano eventi ricorrenti a quel tempo. Inoltre, la gente ebbe abbastanza tempo per evacuare la città e trasferire tutte le sue proprietà altrove, nota Sajjadi, mentre una tempesta violenta e improvvisa costringe i popoli ad abbandonare le loro case senza possibilità di portare via niente, e infliggendo inoltre grandi perdite economiche.
Secondo Sajjadi, la migliore ipotesi che spieghi l´improvvisa migrazione, è che il fiume si asciugò.
E´ probabile che uno dei rami del Fiume Helmand, che riforniva la città, si prosciugò per varie ragioni, e così i popoli dovettero lasciare la città; è probabile, ma non sicuro.
Il team archeologico sta ancora tentando di determinare con certezza la causa dell´evacuazione.
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