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4 Febbraio 2005 ARCHEOLOGIA
CulturalWeb.it
Luoghi di Roma: il fascino sotterraneo di San Clemente
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Nulla è più suggestivo, affascinante, misterioso, attraente come il sottosuolo romano dove si "nasconde" la "chiesa inferiore di S. Clemente". Forse, anzi senza forse, sono aggettivi troppo limitati e troppo poco entusiastici per descrivere la sua grandezza. Per capire e conoscere tale meraviglia andrebbe centellinata, esplorata ed esaminata pezzo per pezzo, piano per piano, angolo per angolo. Partendo dalla "chiesa inferiore di S. Clemente" che si affaccia sulla piazza omonima e vi si accede dalla via di S. Giovanni in Laterano. Fu costruita da Pasquale II nel 1108, ma l'assetto attuale fu dato da Carlo Stefano Fontana nel 1713-19. Anche la basilica superiore è di straordinaria bellezza. La calotta dell'abside presenta un mosaico raffigurante il trionfo della Croce e, nella navata sinistra, la Cappella di Santa Caterina d'Alessandria, si trovano una serie di affreschi di Masolino da Panicate; mentre nella Cappella di San Domenico, nella navata destra, dipinti raffiguranti la vita del santo attribuiti al Conca. Dopo una breve ispezione nella chiesa superiore, torniamo in quella inferiore che è al momento cattura il nostro interesse. Venne fondata prima del 385 e dedicata al terzo dei Papi, S. Clemente. Continuamente restaurata e abbellita perché carissima ai Papi, fu saccheggiata nel 1084 dai Normanni per mano del solito Roberto il Guiscardo, accanito predatore e demolitore, solo, della parte meridionale di Roma. Chissà perché solo quella. Dopo il saccheggio Papa Pasquale II decise che non era il caso di restaurarla così riempì di terriccio i sacri luoghi, vi fece costruire delle muraglie di sostegno e vi costruì quella che oggi viene chiamata "superiore". Dopo essere stata dimenticata per circa 700 anni, un Padre irlandese (a questi religiosi sono affidate le due chiese), fece qualche scavo a titolo personale fino a rendersi conto di trovarsi davanti a qualche cosa di unico, era il 1861. La cosa ebbe grande risonanza a tal punto da far affluire a Roma numerosi archeologi, studenti e religiosi, soprattutto dal Nord Europa, come "scavatori volontari". La basilica fu liberata dalle tenebre e consegnata alla storia. Vi è di tutto nella stupenda chiesa sotterranea; nella quale mura, pilastri, colonne, navate, absidi concentriche, nartece e scale danno vita a un labirinto senza eguali; una serie di affreschi preziosissimi curiosi e vivaci; negli ambienti sottostanti troviamo ancora mura, strade, case romane, in più, incastonato nell'angolo più remoto e misterioso di tutto ciò, uno splendido mitreo; ma non finisce qui, sorpresa fra le sorprese, un vero fiume sotterraneo con tanto di cascatella che oggi, purtroppo, è occultato da un muro, per ragioni di sicurezza, attraverso il quale si sente lo scorrere dell'acqua. Oltre ai già citati affreschi si ammirano una serie di "racconti a fumetti" in lingua "volgare", che si possono considerare gli antenati e i pionieri della storia fumettistica. Tra i numerosi affreschi si trovano anche quelli che raccontano leggende come quella di Sisinnio. Si narra che il Santo convertì una certa Teodora, moglie del prefetto Sisinnio, al Cristianesimo, pare, inoltre, che l'avesse convinta al voto di castità e questo non piacque molto, anzi per nulla, a Sisinnio, come dargli torto? Fu così che pedinò la consorte con i suoi sgherri. Con non poca fortuna si districò tra il groviglio delle catacombe e sbucò nella sala dove stava celebrando S. Clemente alla presenza della moglie e altri fedeli. Colmo d'ira ordinò ai suoi uomini di arrestare il Papa; ma il Buon Dio lo evitò accecando gli sgherri e Sisinnio stesso, il quale fu condotto a casa dalla pia Teodora dove riacquistò la vista. C'è da scommettere che dopo il "santissimo spavento" si convertì anche lui e che si astenne a ulteriori persecuzioni.