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17 Gennaio 2004 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Scoperto un altro tesoro dei Longobardi
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Una trincea profonda due metri, dalle pareti impervie. Siamo dentro le viscere di Palazzo Mauri. Gli operai sono impegnati nei lavori di consolidamento delle fondazioni dell'edificio, già fiaccato dal sisma e umiliato da qualche degrado un po´ effetto inesorabile del tempo e un po´ effetto di qualche disattenzione. Qualcosa luccica tra il terriccio. Basta poco per capire e stupirsi. Quello che sta emergendo è un manufatto antico. Una sorta di tappeto solido con disegni e colori. Nessun dubbio che si trattasse di una porzione di pavimento con mosaico. E che mosaico. I primi a restare a bocca aperta sono proprio gli archeologi della Soprintendenza, prontamente avvertiti del rinvenimento. C'erano tutti ieri mattina al Museo archeologico di Spoleto: il Soprintendente ai Beni Archeologici dell'Umbria Mariarosaria Salvatore, il sindaco di Spoleto Massimo Brunini, i tecnici del Comune Massimo Coccetta e Marzio Cittadino, oltre alla direttrice del Museo Liliana Costamagna. Tutti attenti e sorridenti, felici e sorpresi per quello che il palazzo delle sorprese ha restituito alla collettività spoletina. Secondo il Soprintendente saremmo di fronte ad «uno dei più importanti rinvenimenti dell'Umbria». Si tratta in effetti di un manufatto policromo, in ottimo stato conservativo, databile intorno al VI-VII secolo dopo Cristo. Siamo dunque in epoca longobarda e l'assetto amministrativo è quello del Ducato di Spoleto. Ed è il secondo rinvenimento importante, dopo la piccola necropoli rinvenuta nell´ex caserma Minervio, che ci parla della presenza dei Longobardi a Spoleto. Una presenza che forse troppo frettolosamente è stata archiviata dalla storia e che forse è il caso di tornare a studiare.

I tre metri quadri finora visibili mostrano una composizione elegante e curatissima. Due tralci di vite disposti a girali racchiudono grappoli d'uva evidenziati da diversa pigmentazione. La distinzione tra uva bianca e nera risponde sicuramente ad un vezzo stilistico per conferire vivacità al tutto. Tra i tralci sono rappresentati un cervo e un uccello. Il mosaico è perimetrato da una fascia con triangoli e medaglioni circolari. I colori impiegati sono il rosso e nero su fondo bianco, con rare inserzioni di tessere in pasta vitrea blu. Un´opera di pregio senza nessun dubbio.

Ora a Spoleto si rafforza la convinzione di un ricco futuro cittadino sul fronte dei beni culturali.