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17 Settembre 2004 ARCHEOLOGIA
Focus
Omicidio in differita
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Riuscire a datare le origini della guerra, come strumento di soluzione dei conflitti sociali, da un mucchio di ossa potrebbe essere azzardato anche secondo gli stessi archeologi: nonostante ciò, le recenti scoperte si impongono in modo piuttosto autorevole.

Sul Journal of Human Evolution, alcuni studiosi hanno annunciato il ritrovamento della traccia evidente di un "proiettile" di pietra, conficcato nella vertebra toracica di un adulto: il frutto di un colpo mortale che potrebbe dimostrare come le tensioni sociali siano nate molto presto, subito dopo che le popolazioni sono diventate sedentarie.

Chi dichiarò la prima guerra? Antropologi e archeologi hanno a lungo ipotizzato che l'uomo, dopo essersi insediato stabilmente e aver cominciato a coltivare la terra per raccoglierne i frutti, abbandonando la vita nomade del cacciatore, abbia avuto problemi di convivenza e conflitti sociali.

Conferme concrete a questa ipotesi sono venute solo ora, dopo l'ennesima analisi su uno scheletro rinvenuto nel 1931 presso lo scavo di Kebara sul monte Carmel (Israele) e conservato al museo Peabody di Harvard (U.S.A.). Apparteneva ad un membro della popolazione mesolitica dei Natufiani, che si era insediata nelle zone dell'odierno Israele 14.500 anni fa, ed era stato seppellito assieme ad altri diciassette, due dei quali presentavano, a loro volta, segni di ferite e fratture del cranio. È stato un colpo mortale, secondo gli esperti, quello che ha trafitto prima il polmone sinistro, poi cuore e aorta della vittima che non ha avuto scampo (per vedere il segno evidente della ferita sullo scheletro, clicca qui).

Gli esperti però frenano facili deduzioni: il ferimento, per esempio, potrebbe essere stato frutto di una lite nata tra le quattro mura di casa.