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16 Settembre 2004 ARCHEOLOGIA
Il Gazzettino Online
Il "disco" paleoveneto dopo 10 anni è ancora allo studio degli archeologi
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Che fine ha fatto il prezioso disco votivo paleoveneto scoperto a Rosà? Questa la domanda fatta pubblicamente con una interpellanza al presidente della Provincia il 4 agosto scorso da Ettore Beggiato consigliere provinciale e capogruppo della Liga Fronte Veneto.

"Il reperto è ancora oggi conservato nel laboratorio di restauro della Sovrintendenza, in quanto ancora oggetto di studio e analisi non invasiva": questa la risposta ufficiale che l'assessore provinciale Tonino Assirelli ha dato l'altro ieri, martedì, in consiglio provinciale. E ha anche assicurato: "Il reperto dovrebbe essere esposto nella mostra, curata dalla Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto, in via di organizzazione per il 2005, in collaborazione col Museo di Bassano". Assirelli ha anche precisato che i risultati delle ricerche archeologiche nella zona di Rosà sono già stati resi pubblici dalla Soprintenza del Veneto nella rivista Quaderni di Archeologia, annali 1999, 2002, 2003, che verranno raccolti in un volume da pubblicare nel 2005, finanziato da Rosà.Ettore Beggiato è rimasto soddisfatto della risposta dell'assessore provinciale? "Parzialmente sì - ha commentato ieri al nostro giornale Beggiato - ho ringraziato lo stesso Assirelli perchè ha cercato di individuare dove era finito il disco votivo, e cioè a Padova. Sono contento che sarà oggetto di una mostra. Mi aspettavo di più circa la collocazione definitiva del prezioso reperto, che secondo me dovrebbe essere il Museo di Bassano". Ettore Beggiato rileva comunque che 10 anni per terminare lo studio di un reperto gli sembrano un po'...troppi. "Sono stato in Toscana questa estate - continua Beggiato, e mi sono accorto come vengano valorizzati in quella regione i reperti, ad esempio degli Etruschi. C'è un abisso con la Regione e la Sovrintendenza Veneta. Qui tengono i reperti in 'catacomba' per dieci anni, sottraendoli alla fruizione della gente". Il disco votivo rinvenuto a San Pietro confema poi, secondo Beggiato, l'importanza archeologica della frazione rosatese. "Nel 2000 in Regione feci approvare la legge 14 sulla difesa della cultura paleoveneta e si parlò esplicitamente dell'importanza dell'area di San Pietro. Stringe il cuore che una zona di quel tipo finisca sotto un manto di cemento. Tutto questo poi sotto una amministrazione leghista. Eppure la Lega non era nata in Veneto per salvaguardare i valori della nostra storia? Che differenza c'è allora con gli altri partiti?", di domanda alla fine Beggiato.