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18 Agosto 2004 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Riaffiorano i tesori degli avi romani dimenticati
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GUALDO TADINO - Sta riemergendo la Tadinum romana. Gli scavi avviati una settimana fa dall'Università degli Studi di Perugia, su incarico del Comune di Gualdo Tadino, per riportare alla luce l'antica Gualdo nei pressi di Rasina, stanno dando i frutti sperati e si protrarranno per un mese. La Tadinum romana che sorgeva lungo l'antica via Flaminia venne distrutta dall'imperatore Ottone III nel 996. La città risorse dopo il mille in altro sito, più a monte, con il nome di Gualdo (dal nome Waldum di origine longobarda) e nel 1833 assunse la denominazione definitiva di Gualdo Tadino.

Agli scavi lavorano dodici studenti universitari coordinati dal professor Simone Sisani e coadiuvati da alcuni volontari del posto. E' stato sufficiente asportare il primo strato di una quarantina di centimetri di terra ed ecco emergere lunghi tratti di muri in pietra: «Lo stato di conservazione è abbastanza buono - dice il professor Sisani - perché oltre agli alzati dei muri abbiamo anche tracce di pavimentazione, tra cui un frammento di mosaico. Ovviamente non ci sentiamo ancora in grado di fare previsioni sulla natura dell'edificio ritrovato. La tradizione colloca in questo sito le terme della città romana. Sicuramente si tratta di un edificio di proporzioni consistenti, ma saremo più precisi al riguardo nei prossimi giorni». Dalle caratteristiche delle strutture si evidenziano due fasi edilizie sovrapposte: «Quella superficiale sembra abbastanza tarda, probabilmente di poco antecedente l'abbandono della città romana. Per datare le strutture sottostanti dovremo aspettare che gli scavi vadano più in profondità». Purtroppo sono entrati in azione anche i tombaroli. «E' una zona nota al grosso pubblico per la facilità con cui si ritrovano monete ed altro materiale. La cosa che trovo preoccupante - conclude Sisani - è che queste azioni rischiano di danneggiare un patrimonio della comunità. Hanno effettuato sette buchi. Se li avessero fatti, ad esempio, nell'area dove abbiamo ritrovato il mosaico l'avrebbero danneggiato irrimediabilmente». E' già stata presentata denuncia alle autorità di polizia chiedendo qualche controllo in più, controllo che sarà effettuato anche dal personale addetto allo scavo. Il terreno interessato alla ricerca è di proprietà privata.

Cosa accadrà ora? «Per il momento c'è un'occupazione temporanea del suolo - dice il dottor Roberto Cassetta, archeologo e neo consigliere comunale del comune di Gualdo Tadino con delega del sindaco a seguire gli scavi - poi useremo degli accorgimenti per coprire ciò che è stato trovato e restituiremo il terreno all'uso agricolo. In futuro penso che il progetto verrà ripreso e continueranno gli scavi perché l'amministrazione comunale crede molto in questa ricerca».

TAG: Tombaroli