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26 Luglio 2004 ARCHEOLOGIA
CulturalWeb.it
La scoperta di Oplontis in mostra a Boscoreale
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Ventitré pannelli e due statue per ripercorrere l´affascinate scoperta del sito archeologico di Olpontis, distrutto assieme alle città di Pompei, Ercolano e Stabiae dalla terribile eruzione vesuviana del 79 d.C..

Le rovine furono intercettate in epoca borbonica dagli scavatori che sotto la guida degli "antiquarii" dell´epoca (così venivano chiamati gli archeologi d´allora) stavano battendo a tappeto tutta l´area vesuviana alla ricerca delle città sotterrate dal Vesuvio e dei tesori che le ricerche avrebbero potuto riportare alla luce. Di quel sito, poco fuori Pompei, riportato sulla "tabula Peutingeriana" come area termale (e sono state scoperte delle terme forse gestite da Marco Crasso Frugi) s´è evidenziata tutta l´importanza quando è stata scoperta la villa di cui era proprietaria Poppea Sabina, moglie di Nerone. L´edificio, un centinaio di stanze, riccamente affrescate, è una delle più belle dimore d´epoca romana mai ritrovate. Attorno alla sua piscina olimpionica, è stato rinvenuto uno tra i più interessanti corredi di statue mai trovato dopo la scoperta di Villa dei Papiri, a Ercolano. Ancora, gioielli e suppellettili, scavati, danno l´esatta dimensione dell´importanza della dimora di cui, gli architetti di Nerone, Celere e Severo, riproposero le architetture più interessanti nella Domus Aurea, a Roma. Accanto alla villa di Poppea, poi, è stata intercettata un´altra costruzione, detta villa "B", all´interno della quale s´è ritrovata una cassaforte unica per finiture e bellezze, oltre che per le combinazioni d´apertura che gli artigiani costruttori l´avevano dotata. La villa di Poppea, non è stata ancora completamente riportata alla luce perché si estende sotto l´area occupata dallo Spolettificio militare. Del suo corredo statuario, per questo quarantennale dalla riscoperta, oltre ai pannelli, saranno proposte del "Fanciullo che strozza l´oca" e della "Afrodite che si allaccia il sandalo".