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19 Luglio 2004 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Rubate lastre medioevali e massi dell´antica cinta muraria pelasgica
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Doppio furto a danno del patrimonio artistico e archeologico di Alatri. Dal monte Caprara sono scomparse le lastre calcaree del periodo medioevale che ricoprivano un bottino dell'acqua e alcuni massi che componevano la cinta muraria pelasgica, dei cui frammenti la zona è ricca. La Soprintendenza ai Beni archeologici ha presentato una denuncia ai carabinieri.

A scoprire la mancanza delle lastre è stato l'ispettore onorario della Soprintendenza ai Beni archeologici del Lazio Angelo Lisi, attuale direttore dei lavori di piazza Santa Maria Maggiore, da cui sono emersi mosaici romani preziosissimi. Durante una ricognizione sul monte Caprara, in località "Pelonga", l'ispettore ha notato che alcune lastre di pietra calcarea, che ricoprivano un bottino per la raccolta dell'acqua di origine medievale (ce n'è un altro ma è più recente), non erano più al loro posto. Chiaramente asportate. Ha messo tutto nero su bianco e ha presentato una denuncia ai carabinieri della stazione di Alatri, che hanno avviato le indagini con il comandante Raffaele De Somma. Ha poi girato l'esporto alla direzione regionale e provinciale della Soprintendenza. "È chiaramente visibile la mancanza delle pietre che ricoprono il bottino - spiega Lisi - Sono state rubate da ignoti e poi, quasi sicuramente, rivendute ai collezionisti. Sono pietre che pesano più di cinque chili, che trovano facilmente mercato a 250 euro l'una".

La seconda scoperta, invece, è opera dell'associazione ambientalista Fare Verde e dei volontari dell'Euroafi Codacons. Dai resti delle cinte murarie che costeggiano a gradoni la "Crocetta" del monte Caprara, mancano alcuni massi larghi 50-60 centimetri e alti 20-25. Le mura pelasgiche della zona risalgono alla fine del periodo repubblicano e le associazioni Fare Verde e Euroafi Codacons hanno preannunciato un esposto alle forze dell'ordine. "Mancano alcuni massi, probabilmente sono stati rubati come le lastre della cisterna - dicono gli scopritori - Sono del I secolo avanti Cristo e rappresentano una delle tracce più antiche della città".