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2 Marzo 2004 ARCHEOLOGIA
Heramagazine.net
La cometa caduta nel Medioevo
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Gli astronomi dell´Università di Cardiff sostengono che nel VI sec. d.C. la caduta di una cometa sulla Terra avrebbe potuto provocare un "inverno nucleare". Gli effetti di un tale disastro in epoca medievale avrebbero potuto provocare l´assenza dei mancati, gelate estive e il diffondersi della fame. Gli studiosi si sono basati sull´analisi dei cerchi degli alberi, che indicano una serie di estati particolarmente fredde tra il 536 e il 540 d.C. Antiche fonti storiche pervenute sino a noi raccontano che in quel periodo si sono verificate gelate fuori stagione con la conseguente perdita del raccolto. Il dottor Derek Ward-Thompson, supervisore del progetto, sostiene che la ricerca abbia delle implicazioni pratiche, in quanto rivaluta la pericolosità di un eventuale impatto cometario sulla Terra. "Uno degli aspetti eccitanti di questo lavoro – ha dichiarato – abbiamo riclassificato la grandezza delle comete che possono costituire una minaccia per il globo. Questa ricerca ha dimostrato che anche una cometa di mezzo km di diametro può avere conseguenze globali. Precedentemente nessuna cometa che non superasse il km di diametro destava preoccupazione". Il team crede che la cometa, in realtà, non abbia mai toccato il suolo terrestre, ma piuttosto che sia esplosa nell´atmosfera. I detriti dell´esplosione avrebbero avvolto il pianeta, bloccando i raggi solari e, quindi, facendo precipitare le temperature. "Se un tale evento accadesse di nuovo, gran parte della popolazione terrestre si troverebbe ad affrontare la fame", ha avvertito il dottor Ward-Thompson. In un periodo in cui l´Europa era duramente provata da vari fattori, il disastro cometario avvenne poco prima dello scoppio della peste di Giustiniano, che segna la prima apparizione della Morte Nera nel nostro continente. Il team di ricerca crede che la peste abbia preso piede a causa delle precarie condizioni fisiche della popolazione a causa della fame.

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