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10 Febbraio 2004 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
Gli archeologi scoprono un´antica rotta marittima per il commercio delle spezie tra India ed Egitto
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Gli archeologi dell´UCLA e dell´Università del Delaware hanno dissotterrato una gran quantità di reperti risalenti ad una rotta commerciale marittima tra India ed Egitto durante l´Impero Romano, che si aggiungono alle già esistenti evidenze che le spezie ed altri beni esotici arrivassero in Europa dal mare così come dalla terra.

"Questo ritrovamento è un passo avanti nella nostra comprensione del modo i cui una vasta gamma di carichi esotici si muovevano nel corso dell´antichità in Europa" ha dichiarato Willeke Wendrich, assistente professore di Linguaggi e Culture Medio Orientali all´UCLA e co-direttore del progetto. "Quando i costi ed il conflitto politico rendevano impossibili i trasporti via terra, gli antichi marinai s´imbarcavano per il Mar Rosso, e la rotta tra l´Egitto e l´India sembra essere stata molto più produttiva di quanto ritenuto sinora".

"La Via della Seta ha sempre avuto il massimo rilievo come rotta commerciale, ma abbiamo trovato una grande quantità di evidenze ad indicare la rotta marina tra l´Egitto e l´India, che era anche importante per il trasporto di carichi esotici e che potrebbe essere perfino servita come collegamento con il Lontano Oriente" ha aggiunto il co-direttore Steven E. Sidebotham, professore di storia all´Università del Delaware.

Wendrich e Sidebotham hanno riportato i loro ritrovamenti sul numero di luglio della rivista Sahara.

Per gli ultimi otto anni, i ricercatori hanno guidato un gruppo internazionale di archeologi che hanno effettuato gli scavi a Berenike, un porto egiziano a lungo abbandonato sul Mar Nero, presso il confine con il Sudan.

Tra le rovine sepolte degli edifici che si datano al regno romano, il gruppo ha scoperto una vasta quantità di teak, un legno indigeno in India e nella Mayanmar di oggi, che non cresceva in Egitto, Africa ed Europa. I ricercatori ritengono che il teak, che si data al primo secolo, provenga dal porto del deserto in quanto costituente lo scafo di navi da trasporto. Quando le navi erano danneggiate oltre possibilità di riparazione, i residenti di Berenike riciclavano il legno come materiale da costruzione, hanno dichiarato i ricercatori. Il gruppo ha anche trovato materiali compatibili con attività di riparazione delle navi, incluse viti di rame e fogli per il rivestimento di metallo.

"Ci si sarebbe aspettati di trovare legno nativo dell´Egitto come la mangrovia e l´acacia" ha dichiarato Sidebotham. "Ma il tipo di legno più comune a Berenike è il teak."

In aggiunta a queste prove dell´attività di navigazione tra India ed Egitto, gli archeologi hanno scoperto la più grande quantità di antichi beni indiani mai trovata lungo il Mar Rosso, inclusa la più ampia raccolta di pepe nero dall´antichità – 16 libbre – mai dissotterrata nell´ex Impero Romano. Il gruppo data questi grani di pepe, coltivati solo nel sud dell´India in antichità, al I secolo. Grani di pepe della stessa annata sono stati dissotterrati perfino in Germania.

"Le spezie usate in Europa nel corso dell´antichità potrebbero tutte essere passate per questo porto" ha dichiarato Wendrich.

In alcuni casi, il clima asciutto dell´Egitto potrebbe avere preservato materiali organici dall´India che non sono mai stati trovati nel più umido sottocontinente, inclusi tessuti per vele datati tra il 30 ed il 70 d.C., come anche cesti e stuoie dal primo e secondo secolo.

In una discarica che si data ai tempi romani, il gruppo ha anche trovato noci di cocco indiane e tessuti di batik del primo secolo, come anche una quantità di gemme esotiche, inclusi zaffiri e perle di vetro che sembrano arrivare dallo Sri Lanka, ed altre perline che sembrerebbero provenire dall´India.

Tre perle trovate sulla superficie dei siti di scavo a Berenike suggeriscono origini perfino più esotiche. Una potrebbe arrivare anche dall´est di Java, mentre altre due sembrano essere provenute sia dal Vietnam e dalla Thailandia, ma il gruppo non è stato in grado di datare alcuna di esse.

Mentre i ricercatori sostengono che sia improbabile che Berenike commerciasse direttamente con l´est di Java, il Vietnam e la Thailandia, essi dicono che la scoperta solleva la possibilità che i carichi siano stati dispersi lungo la via verso il porto egiziano dal Lontano Oriente, probabilmente via India.

Il gruppo ha anche trovato i resti di cereali ed animali indigeni fino all´Africa sub-Sahariana, indicando la possibilità di una rotta commerciale triangolare, che portava i beni dall´Africa meridionale all´India e quindi indietro attraverso l´Oceano Indiano all´Egitto.

"Parliamo oggi della globalizzazione come si trattasse di un male del mondo moderno, ma già in antichità i commerci si articolavano su ampia scala e con finalità del tutto contemporanee" ha dichiarato Wendrich, che ha offerto la maggior parte dei suoi contributi nel post-dottorato all´Università di Leiden in Olanda. "Questi popoli correvano rischi incredibili, mettendo a repentaglio la loro vita e la loro fortuna per fare soldi".

Come il resto dell´Egitto, Berenike era controllata dall´Impero Romano nel corso del primo e secondo secolo. Nello stesso periodo, la rotta continentale dall´Europa all´India attraverso il Pakistan, l´Iran e la Mesopotamia (Iraq del giorno presente) era controllata dagli avversari dell´Impero Romano, rendendo quindi poco praticabili le strade sulla terraferma per i mercanti romani. Nel frattempo, i testi romani che indicano i costi relativi dei differenti metodi di trasporto, descrivono quelli sulla terraferma almeno 20 volte più costosi di quelli via mare.

"I trasporti su terra erano incredibilmente costosi, così non appena possibile i popoli nell´antichità preferivano i trasporti via mare, enormemente più economici" ha dichiarato Sidebotham.

Con tali ostacoli al trasporto via terra, le città all´estremità meridionale dell´Impero Romano fiorirono come "porti di trasporto".

Nel corso dell´estenuante progetto, i ricercatori hanno rintracciato la rotte che avrebbe supportato i trasporti di carichi da Berenike in Europa. Wendrich e Sidebotham sostengono che i carichi fossero imbarcati attraverso l´oceano Indiano e a nord attraverso il Mar Rosso a Berenike, situato a circa 160 miglia ad est dell´attuale Diga di Assuan. Ritengono che i beni fossero quindi portati dai cammelli o dagli asini per circa 2450 miglia a nord est al fiume Nilo, mentre imbarcazioni più piccole attendevano di trasportare i carichi a verso nord ad Alessandria. Di qui si muovevano attraverso il Mediterraneo ad una dozzina di maggiori porti romani e centinaia di porti minori.

Il gruppo ritiene che Berenike fosse il più grande ed attivo dei sei porti sul Mar Rosso fino ad un certo punto dopo il 500 d.C., quando l´attività di trasporto via mare misteriosamente s´interruppe.

L´attività di trasporto a Berenike sono menzionate negli antichi testi che sono stati riscoperti nel Medio Evo, ma la precisa locazione del porto ha eluso gli esploratori fino all´inizio del XIX secolo.

La prossimità del porto ad una base militare egiziana ha ostacolato il lavoro degli archeologi fino al 1994, quando Wendrich e Sidebotham hanno fatto il primo appello di successo per uno scavo su larga-scala. A quel tempo, gli ufficiali egiziani, che desideravano sviluppare il Mar Rosso come destinazione turistica, avevano iniziato a limitare l´accesso straniero alla regione.

L´isolamento dell´area rimane una sfida per il gruppo, che è costretta ad importare cibo e acqua, e ad alimentare i computer ed i microscopi con i pannelli solari.

"La logistica è davvero dura qui" ha dichiarato Wendrich, che è affiliato all´Istituto Cotsen di Archeologia dell´UCLA.