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9 Febbraio 2004 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
La traduzione smascherata?
tempo di lettura previsto 5 min. circa

Terrence Kaufman e John Justeson sorpresero l´ambiente dei linguisti quando, nel 1993, annunciarono di avere decodificato uno dei pochi sistemi linguistici ancora indecifrati della storia – uno scritto geroglifico della misteriosa civiltà istriana, che occupò il Messico meridionale 2, 000 anni or sono.

"E´ uno delle glorie intellettuali del mondo, essere in grado di decifrare un sistema di scrittura estinto" ha dichiarato il linguista Stephen Houston della Brigham Young University.

Ma la loro traduzione è esatta? Houston ed un altro ricercatore sostengono di no.

"Ogni cosa nelle mie fibre mi dice che non è una codificazione plausibile" sostiene Houston.

Insieme a Michael Coe, un archeologo in pensione della Yale University, ha lanciato lo scorso mese l´assalto sulla rivista di linguistica Mexicon, provocando i fuochi d´artificio nella piccola – e solitamente pacifica – famiglia dei linguisti specializzati in idiomi sudamericani.

"E´ una situazione intrigante" ha dichiarato Martha Macri, linguista del mesoamerica all´Università di Davis, California. "Tutti conoscono tutti in questo campo".

Kaufman e Justeson, che hanno trascorso l´ultimo decennio a rifinire il loro lavoro, hanno promesso di demolire l´offensiva degli oppositori. "I loro argomenti contro il nostro metodo e risultati sono facilmente controvertibili, e risponderemo loro nel contesto scientifico adeguato" hanno scritto in un e-mail al The Sun.

Justeson, un linguista dell´Università di Albany, New York, è un esperto di sistemi di scrittura mesoamericani. Kaufman è antropologo e linguista all´Università di Pittsburgh, e ha trascorso decenni allo studio del linguaggio Mixe-Zoqueano del Messico meridionale rurale. Coe e Houston sono esperti indiscussi di scrittura maya.

Il dibattito è stato acceso dalla recente scoperta di una maschera di giada il cui retro era inciso con scritture istmiane (la civiltà prende nome dalla sua collocazione, l´Istmo di Tehuantepec). La maschera, conservata in una collezione privata, era sconosciuta ai ricercatori fino a che Coe ne ebbe notizia lo scorso anno.

Coe e Houston hanno realizzato che avrebbero potuto usare le scritture sulla maschera per verificare l´accuratezza della codificazione dei loro colleghi. "Quando si applica la supposta chiave di decifrazione, si rivela un totale non-senso" ha dichiarato Coe.

Nell´articolo su Mexicon offrono svariati esempio, inclusi i passaggi che hanno tradotto come: "Prende egli prende indumento sole?" e "Il tuo indumento egli il tuo prende trono randello".

La maschera contiene circa 20 geroglifici precedentemente sconosciuti, che suggeriscono che molta parte dei simboli istmiani sono ancora da scoprire. Lavorare su uno scritto parziale, ha dichiarato Houston, è come ricostruire l´inglese usando solo metà dell´alfabeto.

Egli sostiene che la traduzione di Justeson e Kaufman sembri stranamente banale. La maggior parte dei testi mesoamericani attengano a importanti personaggi ed eventi: divinità, re, guerre e dinastie.

"E´ molto strano che questo scritto vada avanti a parlare di abiti e tessuti di rivestimento", ha dichiarato Houston. "Niente di tutto questo ha molto senso".

Houston e Coe discutono anche il metodo utilizzato dai loro colleghi per codificare i geroglifici istmiani. Usualmente, dicono, i linguisti codificano un linguaggio con l´aiuto di un "doppio-scritto", un testo contenente una traduzione del linguaggio misterioso in un linguaggio noto.

L´archeologo Jean Francois Champollion, per esempio ha scoperto la traduzione degli antichi geroglifici egiziani all´inizio del XIX secolo, usando la Stele di Rosetta, una tavoletta contenente lo stesso testo scritto in egiziano e greco.

Ma Kaufman e Justeson non hanno un "doppio-scritto". Invece, hanno usato il Mixe-Zoqueano come un punto di partenza. Poiché il linguaggio è parlato in un´area dove sono stati dissotterrati manufatti istmiani, hanno sostenuto che fosse imparentato all´Istmiano.

Coe e Houston sostengono vi siano poche evidenze a sostegno della teoria.

Fino a circa venti anni fa, l´Istmiano era quasi un mistero assoluto. Erano stati scoperti solo cinque esempi dello scritto, ognuno con solo poche righe di testo. Ma nel 1986, operai al lavoro ad una costruzione nel Messico meridionale, hanno trovato una massiccia tavola di pietra seppellita nel Fiume Acula. La lastra di basalto del peso di 4 tonnellate, alta 8 piedi e larga 5, era incisa con testo istmiano, con più di 400 segni.

Usando la tavoletta, conosciuta come Stele di La Mojarra, Justeson e Kaufman hanno iniziato ad esaminare l´Istmiano attraverso la lente del Mixe-Zoqueano. Nel 1993, hanno pubblicato il loro lavoro, che ha guadagnato la copertina della rivista Science, e ricevuto un´ampia trattazione da parte di tutta la stampa. La loro scoperta li ha automaticamente proiettati nell´Olimpo dei decifratori, insieme a grandi scopritori di codici, come Champollion e David Stuart.

Diversi antichi linguaggi rimangono indecifrati, inclusi gli Scritti della Valle dell´Indo - il sistema di scrittura di una civiltà che abitò l´India ed il Pakistan più di 4, 000 anni or sono - e la Linear A, trovata su tavolette cretesi di 3, 500 anni or sono.

Sulla questione Istmiana, la maggior parte dei linguisti sembra schierarsi con Coe e Houston. "Vi sono alcune serie falle nella loro ricerca" ha dichiarato Macri, che ha compilato un catalogo dei caratteri istmiani.

Alcuni si chiedono se l´Istmiano potrebbe essere decodificato così rapidamente. "Gli scritti mesoamericani non sono costruiti in modi che conducano a momenti da "eureka!" " sostiene David Stuart. "Sono piuttosto complicati".

Egli nota che dopo un secolo di lavoro, decine di studiosi maya hanno tradotto solo l´80% del linguaggio. Seppure non si possa affermare con certezza che Justeson e Kaufman sbaglino, non si può nemmeno essere certi del contrario.

Alcuni ricercatori argomentano che poiché sono stati scoperti solo pochi testi Istmiani, le interpretazioni con esami incrociati sono pressoché impossibili. I ricercatori maya, per comparazione, sono stati in grado di studiare su migliaia di testi.

"Potrebbe anche accadere che non saremo mai in grado di leggerlo" ha dichiarato Stuart al riguardo. "Se Justeson e Kaufman sbagliano, non ho molte speranze."