sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
22 Febbraio 2003 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
I resti dell´Impero in una cava
tempo di lettura previsto 2 min. circa

Edicole funerarie e colonne di marmo romane risalenti al I e II secolo d.C.. Fanno parte del mega-sequestro di reperti archeologici eseguito dai finanzieri della Tenenza di Fiumicino città. L'operazione degli uomini della Guardia di Finanza ha infatti portato al recupero di oltre un centinaio di reperti di grosso valore, almeno sotto il profilo archeologico, appartenenti alla necropoli capitolina eliminata nel '99 per far posto alla costruzione del nuovo parcheggio del Gianicolo.

Nel corso di indagini sul territorio, i finanzieri hanno individuato una cava a Malagrotta, dove era appunto finito il materiale rimosso per realizzare l'area adibita alla sosta. Sul terreno hanno trovato abbandonati e nel totale degrado dei veri "gioielli" funerari di età imperiale romana. Al comando del tenente Marco Volpe, le Fiamme gialle hanno proceduto al sequestro del materiale, ritenuto di notevole importanza storica, e denunciato il titolare dell´area. L´uomo è accusato di «violazioni aggravate alle leggi di tutela del patrimonio artistico nazionale».

Quanto scoperto è stato subito inventariato dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici di Roma, i cui esperti sottolineavano l'ottimo stato di conservazione del materiale, anche se purtroppo su alcune edicole apparivano evidenti i segni delle pale meccaniche utilizzate per la rimozione della necropoli. In mezzo agli oggetti trovati nella cava, sono state rinvenute anche ossa umane bene conservate. Le cose più interessanti, almeno sotto il profilo storico-archeologico, sono contenute nelle scritte in latino riportate sulle edicole. Riconducono, secondo gli esperti, alla sepoltura di pubblicani dell'Antica Roma imperiale e di personaggi di un certo spessore sociale, riconducibili al periodo in cui era imperatore Augusto.

L'iscrizione "Diis Manibus...", stando a una prima analisi sui reperti da parte della Soprintendenza, mostra l'invocazione dei cari del defunto che affidavano la pietà dello stesso alla benevolenza delle divinità pagane dei Mani. «La Soprintendenza - precisa il comandate della Tenenza di Fiumicino città, Marco Volpe - ha definito i reperti rinvenuti esemplari unici, tra questi anche basamenti di colonne e soglie di marmo travertino, che rappresentano una delle più importanti testimonianze storiche e artistiche dell'antica Roma. Da una sommaria ricostruzione si può affermare che il materiale rinvenuto provenga da una delle principali necropoli pagane romane. La Soprintendenza romana ora provvederà a restaurare i reperti che verranno poi esposti nel Museo Archeologico di Roma».

I finanziari hanno di recente portato a termine altre operazioni sul litorale di Fiumicino, assicurando al patrimonio archeologico italiano anfore di epoca romana possedute da alcuni pescatori di Fiumicino. Accade spesso che nelle reti a strascico dei 35 pescherecci finiscano anfore provenienti dalle antiche navi "onerarie" affondate prima di potere fare ingresso nei porti Imperiali.