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23 Maggio 2003 PALEONTOLOGIA
New Scientist
Gli scimpanzé sono umani, implicano nuovi studi genetici
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L´ultima teoria all´interno del dibattito su quanta parte di DNA separi gli umani dagli scimpanzé, sostiene una parentela così stretta che gli scimpanzé non solo farebbero parte della nostra stessa famiglia tassonomica, ma anche dello stesso genere.

Il nuovo studio ha verificato che il 99.4% dei tratti più critici del DNA sono identici nei corrispondenti geni dell´uomo e dello scimpanzé. Con una relazione così stretta, le due specie viventi di scimpanzé, appartengono al genere Homo, dice Morris Goodman della Wayne State University di Detroit.

La contiguità genetica tra scimpanzé e umani è diventata un argomento importante al di fuori della tassonomia, alimentando una polemica circa l´uso degli scimpanzé in esperimenti di laboratorio e circa la conservazione nel loro habitat originario.

Tradizionalmente gli scimpanzé sono classificati con le altre grandi scimmie, come gorilla e orangutan, nella famiglia delle Pongidae, separati dalla famiglia umana Hominidae. All´interno degli Hominidae, la maggior parte dei paleoantropologi oggi classifica virtualmente tutti i fossili di ominide, in tre generi: Homo, Australopitecus, o Ardipithecus.

Sulle basi del nuovo studio, Goodman non solo sostiene che i moderni umani e tutti i fossili rimandino la divergenza uomo-scimpanzè verso il genere Homo, ma includerebbero nel genere anche il comune scimpanzé (Pan troglodytes) ed il bonobo (Pan Paniscus).

Il terzo scimpanzé.

Non è la prima volta che è stata prospettata una simile teoria – nel 1991 il fisiologo ed ecologista Jared Diamond aveva definito gli umani "il terzo scimpanzé". Ma successivi riscontri genetici offrirono risultati variabili, che dipendevano dal modo in cui i genotipi venivano comparati.

Goodman ha paragonato le sequenze pubblicate di 97 geni su 6 specie, inclusi umani, scimpanzé, gorilla, orangutan e scimmie del Vecchio Mondo. Ha considerato solo quello che risultava essere il DNA più funzionale, le basi che non potevano essere cambiate senza un conseguente cambiamento nell´amminoacido codificato dal gene.

Tra essi, ha notato che il 99.4% sono identici in uomini e scimpanzé. Ha trovato una corrispondenza inferiore per le basi che potrebbero essere cambiate senza interferire con l´amminoacido, con il 98.4% identico per scimpanzé ed umani, e lo stesso per il DNA "estraneo" fuori delle aree codificate. Goodman ritiene che le differenze siano superiori per DNA non codificato poiché le loro sequenze non sono biologicamente critiche.

Data di divisione

Queste nuove correlazioni sono di molto superiori alla somiglianza del 95% riportata nel 2002 da Roy Britten del California Institute of Technology. Goodman non concorda con questi risultati, ha dichiarato al New Scientist, ma indica che le differenze analizzate da Britten non sono importanti per la funzione genetica poiché il 98% del DNA non codifica le proteine.

La piccola differenza tra genotipi riflette la recente divisione tra scimpanzé ed umani, dice Goodman, che data la divergenza tra 5 e 6 milioni di anni or sono.

Ma Sandy Harcourt, un antropologo all´Università di California a Davis, ritiene che scimpanzé e umani si divisero da 6 a 10 milioni di anni or sono. "Questo è un tempo assolutamente lungo per condividere lo stesso patrimonio genetico" ha dichiarato al New Scientist.

La classificazione di scimpanzé come umani potrebbe innalzare il loro profilo di conservazione, ma Harcourt spera che non sia l´unico modo per far sì che la gente si preoccupi della loro sorte.

"Preferirei percorrere l´altra via, e considerare, per la preservazione della specie, aspetti degli scimpanzé che non sono umani" ha dichiarato.

TAG: DNA