L'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha portato alla luce a Pyrgos (Cipro) un oleificio preistorico
Testimonia l'uso di avanzate tecnologie per la produzione olearia sin dal II millennio a.C. Durante gli scavi sono state trovate preziosissime giare (pithoi) in grado di contenere sino a 500 litri di olio d'oliva
Un oleificio preistorico risalente al II millennio a.C., capace di produrre grandi quantitativi di olio d'oliva con una tecnologia all'avanguardia: l'importante scoperta archeologica è stata fatta dall'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) nel sito di Pyrgos/Mavroraka, a Cipro.
"L'impianto industriale - spiega la ricercatrice del Cnr Maria Rosaria Belgiorno, direttrice dello scavo - copre un'area di 600 metri quadri e fa parte di un vasto edificio risalente all'inizio del II millennio a.C. Strutturato scientificamente con approvvigionamento idrico costante, dispone di un sistema di recupero dell'olio per tracimazione in vasche scavate nel terreno a diversi livelli, del diametro complessivo di 3 metri e mezzo, in grado di produrre ingenti quantità di olio d'oliva, conservato in preziose giare (pithoi) di terracotta collocate al lato dell'impianto".
Un impianto che misura più di quindici metri per sei; inoltre una delle giare restaurate poteva contenere fino a 500 litri di olio d'oliva: una misura eccezionale per l'epoca, che testimonia l'esistenza di un'altra tecnologia avanzata, quella della ceramica, attraverso la quale, senza l'uso del tornio, si riusciva a costruire e cuocere vasi di grandi dimensioni, mai rinvenuti precedentemente sull'isola.
"La connessione tra le due attività industriali - prosegue Maria Rosaria Belgiorno - non è casuale e fa pensare che ci si trovi di fronte alla più antica testimonianza dell'uso dello scarto della lavorazione dell'oliva, "la sansa", come combustibile ad alto potenziale calorico per la lavorazione dei metalli". Di elevata fattura sono anche le decine di vasi rinvenuti nell'area e affidati per il restauro all'Istituto per l'Arte ed il Restauro "Palazzo Spinelli" di Firenze.
La scoperta apre nuovi orizzonti storici sull'evoluzione della tecnologia nell'Egeo insulare e pone Cipro, per la prima volta, a un livello di parità nei confronti delle coeve civiltà, che all'inizio del II millennio a.C. si affacciavano nel bacino del Mediterraneo Orientale.
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