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30 Giugno 2010 ARCHEOLOGIA
Corriere di Como
Mussolini. I diari del mistero
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Spunta dai meandri della storia un nuovo "Codice Mussolini". Scomparso più di 60 anni fa, proprio in riva al Lario, e riemerso ora in alta montagna. In quei fogli attribuiti al duce potrebbero essere raccontati alcuni dei segreti finora irrisolti dell´Italia fascista. E comunque se autentici essi rappresenterebbero una prova documentaria di indubbio valore. Una parte dei diari di Benito Mussolini sarebbe custodita in Italia ma a pochi passi dal confine con la Confederazione Elvetica, e cioè a Valle Spluga. Il tesoro di cui si è avuta notizia ieri potrebbe contenere anche le ultime lettere scritte dal duce del fascismo poco prima di lasciare Milano per la Svizzera ed essere poi catturato dai partigiani insieme con l´amante Claretta Petacci a Dongo, sul Lago di Como. Ma in una cartella sigillata dal 1945 potrebbe esserci anche altro, ad esempio copie di lettere ai leader nemici per trattare la fuga, o altri documenti di particolare importanza. A rivelare all´agenzia di stampa Ansa la presenza di tale patrimonio documentario è stato il figlio di Guglielmo Della Morte, già console italiano e segretario del fascio a Berlino, che Mussolini convocò a Milano poche ore prima della cattura di quest´ultimo a Dongo. Il padre - ha rivelato all´agenzia di stampa il figlio del diplomatico, che tuttora vive in Friuli - ricevette dal dittatore una cartella sigillata con un apposito lucchetto con tanto di marchio «B.M.», contenente documenti segreti e una somma in franchi svizzeri, con la promessa precisa di non aprirla mai prima del 2025. Il materiale si sarebbe conservato in quanto custodito e preservato da intemperie e agenti dannosi in una cassetta di zinco.

Guglielmo Della Morte, morto nel 1961, disse al figlio della cartella quando questi fu maggiorenne, il 18 giugno 1954. Diplomatico di carriera e personaggio di spicco del regime fascista, dopo un cursus honorum che lo portò a Kassel, Breslaw, Moulhouse e Saarbrucken, in quel di Berlino tenne stretti contatti con le "alte sfere" del Terzo Reich. Dopo l´8 settembre 1943, Guglielmo lasciò la Germania e si trasferì a Campodolcino di Valle Spluga, dove la famiglia aveva una villa. Qui è ancora custodita la cassa di zinco, e con essa, forse, la chiave di tanti misteri.

La questione dei diari di Mussolini tiene banco da tempo. Fece scalpore tre anni fa un´altra pista svizzera, il ritrovamento delle agende del periodo 1935-1939 attribuite al dittatore, portate alla ribalta da Marcello Dell'Utri, bibliofilo e senatore vicino a Silvio Berlusconi. Documenti riemersi dal buio, con il loro enigma, in uno studio notarile di Bellinzona e letti pubblicamente in varie occasioni tra cui Villa Olmo a Como, con lo stesso Dell´Utri, nel febbraio 2007, e il senatore Lino Jannuzzi, l´editorialista del "Corriere della Sera" Armando Torno e il giornalista e storico Giordano Bruno Guerri. All´epoca Dell´Utri produsse un documento, datato 11 novembre 2005, in cui Romano Mussolini, figlio del duce, dichiarò di aver visto cinque volumi di diari e di avere riconosciuto non solo la calligrafia del padre, ma anche la citazione di episodi che potevano essere noti solo al padre. Sulle colonne del "Corriere della Sera" però il filologo dell´Università di Bari, Luciano Canfora, demolì l´autenticità delle agende di Dell´Utri: il falsario avrebbe usato per realizzarli, maldestramente, articoli del quotidiano "Il Popolo d´Italia".

Adesso, come detto, c´è una nuova pista. «L´iter per l´apertura della borsa sigillata e per la pubblicazione dei documenti è già stato definito», ha detto all´Ansa il figlio di Della Morte. Verificata l´autenticità, potrebbe essere uno dei più importanti ritrovamenti del XX secolo.