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ROCCA DI BOTTE. Entrano di notte nella chiesa di San Pietro apostolo e portano via le colonne e i putti del prezioso pulpito d´arte romanica dopo averlo fatto a pezzi. I ladri hanno così defraudato la piccola comunità roccatana e la Marsica di un autentico capolavoro artistico. Sul caso indagano i carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale e artistico.
Sarebbero state necessarie quattro ore, forse cinque, affinché il pulpito in marmo risalente al XII secolo fosse fatto a pezzi. I malviventi sono entrati nella chiesa forzando una porta sul retro che dà accesso a un piccolo bagno. Sono riusciti quindi a entrare nella navata principale e hanno iniziato il laborioso intervento di devastazione.
Secondo la ricostruzione degli esperti dell´Arma per la tutela del patrimonio culturale, che hanno eseguito i rilievi, i ladri hanno prima staccato dall´ambone le quattro colonnine a tortiglione decorate di inestimabile valore, insieme ai corrispettivi putti alla base. La parete anteriore e quella sinistra del pulpito è stata letteralmente demolita. I malviventi hanno lasciato in chiesa, sul pavimento, soltanto le piastre che collegavano le colonne, forse perché scomodi da trasportare all´esterno della chiesa. A quel punto si sono diretti verso l´altare e hanno scardinato uno dei due leoni marmorei scolpiti. Non sono però riusciti a trasportarlo all´esterno, probabilmente a causa del notevole peso che si aggira intorno ai 70 chili. Alla fine si sono accaniti contro un armadio forzandone la serratura nella speranza di trovare oggetti di valore. I ladri, a quel punto, hanno aperto dall´interno il portone principale e caricato le colonnine e i putti su un camioncino e su un furgone quasi sicuramente parcheggiato davanti alla chiesa.
Nonostante la chiesa si trovi al centro del paese, nessuno dei residenti si è accorto di ciò che stava accadendo, né sono stati avvertiti dei rumori. Solo alle 16 del giorno successivo è stata fatta la scoperta dell´avvenuto furto. Il primo a entrare in chiesa è stato il parroco, don Renzo Meuti. «Mi sono trovato davanti a un disastro», ha raccontato il sacerdote «una vera devastazione. Il danno artistico è immenso, ma anche quello legato alla devozione. E´ stato violato un luogo sacro, ma anche un punto di riferimento per la comunità di fedeli. Spero che chi sta investigando sul caso riesca a recuperare le opere d´arte trafugate». Le indagini sono state affidate ai carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo, che hanno eseguito i rilievi all´interno della chiesa di San Pietro, e a quelli del nucleo speciale dell´Arma che si occupa del recupero delle opere d´arte.
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