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1 Febbraio 2010 ARCHEOLOGIA
Marco Perillo Corriere della Sera
Meraviglie archeologiche «a domicilio» Ecco tutti i casi di Napoli e dintorni
tempo di lettura previsto 3 min. circa

Il caso della necropoli di San Vito non è l´unico dei monumenti «privati» di Napoli e dintorni. Una storia lunga fatta di stratificazioni, di cantine che si sono svelate ingressi di teatri romani, di statue scoperte nei sottoscala.

L'esempio più celebre è quello del teatro romano dell´Anticaglia a Napoli, nel quale si narra l´imperatore Nerone cantò e si fece applaudire nonostante una scossa di terremoto capitasse durante l'esibizione. Leggende popolari raccontano di un anziano abitante di via San Paolo (dove tutt´ora è l´ingresso al teatro riportato alla luce e incastonato nel cortile di un palazzo) avesse per caso scoperto il sito durante alcuni lavori nella sua cantina e che in un primo momento non avesse detto nulla alla Soprintendenza per attrarre privatamente i turisti e mostrare la meraviglia a pagamento. Il teatro (oggi visitabile grazie a un'associazione e tornato alla ribalta dopo uno spettacolo al suo interno nell'ultimo Teatro Festival) aveva una capienza di diecimila posti e, quasi dirimpetto, ve ne era un secondo più piccolo e coperto, il cosiddetto odeion (i cui resti sono visibili da via Anticaglia; laterizi messi a spina di pesce che sbucano dalle facciate esterne delle abitazioni).

Un altro importante caso di archeologia all´interno di una residenza privata riguarda sempre un teatro romano, ma a Miseno. Lì era stanziata la Praetoria Classis Misenensis, la flotta dell´impero romano e nei dintorni vi erano terme, templi, palazzi e teatri per lo svago. Al giorno d´oggi il teatro si trova ancora nel giardino di un privato ed è visitabile solo coi tour organizzati dall´associazione culturale Misenum. Dal 2007 c´è però un progetto per recuperare l´ingresso del teatro dal mare, così com´era nell´antichità; un gruppo d´ingegneri e geologi ci sta lavorando da anni ma i tempi della consegna sono ancora lunghi.

Ennesima meraviglia, questa volta di epoca ellenistica, che non si può visitare perché all´interno di un palazzo è l´incredibile ipogeo di via Cristallini nel quartiere Sanità a Napoli: una vera e propria tomba romana scavata nel tufo con una notevole faccia di Medusa scolpita nella roccia e affreschi floreali conservati abbastanza bene. Visitare l´ipogeo è a dir poco impossibile: occorre un permesso speciale della Soprintendenza. Portarlo alla fruibilità di tutti, secondo gli esperti, è cosa improbabile perché l´apertura potrebbe modificare il clima interno del reperto e rovinarlo per sempre.

Tornando a Pozzuoli, oltre San Vito sulla via Campana, una necropoli "a domicilio" si trova anche in via Vecchia delle Vigne, precisamente al di sotto del ponte che porta allo svincolo per la tangenziale. Una vera e propria "piccola Pompei" dei defunti, per la quale esiste un progetto operativo per farla divenire un parco archeologico. Al momento, la necropoli è visibile solo dal ponte puteolano ed è curioso vedere come i palazzi degli anni ´70 affaccino sui ruderi preziosi.

Casi più conosciuti di archeologia "casereccia" sono a Bacoli e riguardano l´ormai famosa e mastodontica cisterna della Piscina Mirabilis, delle Cento Camerelle e del Sepolcro di Agrippina: se si ha un po´ di fortuna, si può convincere i privati che ne posseggono le chiavi a visitarli. Altrimenti, si può fare un tour con l´immaginazione trovando in qualche libreria antiquata rare edizioni di resoconti del Gran Tour: i viaggiatori stranieri tra ´600 e ´800 non avevano i problemi di oggi per visitare i monumenti e potevano ampiamente descriverli.