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16 Dicembre 2009 ARCHEOLOGIA
aezio ilfattostorico.com
Un cannibalismo di massa
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Secondo uno studio condotto da Bruno Boulestin e pubblicato su Antiquity, nell´insediamento Herxheim (Germania meridionale), in pochi decenni centinaia di persone vennero macellate come animali e mangiate prima che se ne buttassero i resti in fosse ovali.

Il sacrificio rituale sarebbe avvenuto durante (presunte) cerimonie che interessavano schiavi, prigionieri di guerra o altri. I ricercatori sospettano che una crisi sociale o politica abbia innescato varie forme di violenza, tra cui questa.

Gli archeologi Jorg Orschiedt e Miriam Haidle, che hanno studiato le ossa umane in questione una decina d´anni fa, rigettano però l´ipotesi del cannibalismo. Secondo loro si tratterebbe di un riseppellimento a Herxheim in seguito ad un dismembramento e alla rimozione di carne dalle ossa: lo suggerirebbero la mancanza di mandibole e delle basi dei teschi (che venivano tolti prima della sepoltura). Tracce di pratiche di risepoltura cerimoniali sono note in molte altre società.

All´inizio anche Boulestin la pensava così. Ha cambiato idea dopo le analisi di 217 ossa umane riassemblate di almeno 10 individui trovati in un deposito: su di esse appaiono infatti danni tipici della macellazione animale; ci sarebbero segni di masticazione, teste spellate, lingue tagliate, midollo rimosso e ossa rotte intenzionalmente e arrostite.

Boulestin sostiene che fino ad ora le uniche prove convincenti di cannibalismo neolitico arrivano dalle ossa di sei persone di 6000 anni in una grotta francese. Per Orschiedt e Haidle anche anche questo caso sarebbe una risepoltura.

Herxheim presenta i resti di una grande struttura e ciò che sembrano due fossati paralleli che circondano l´insediamento. I fossati sono stati creati sovrapponendo buche scavate nei secoli – apparentemente non per tenere esclusivamente i morti né per motivi di difesa. Erano piene di ossa (alcune con incisioni) di circa 500 persone – inclusi bambini e nascituri – e di cani.

Le ceramiche trovate fra le ossa vennero accumulate in non più di pochi decenni; alcuni pezzi arrivano da siti lontani 400 km. Risalgono al Neolitico, verso i 7500-7000 anni fa, e appartengono alla cultura della ceramica lineare.

A quell´epoca sono documentati massacri di dozzine di persone in tre siti dell´Europa centrale, mentre altri insediamenti (incluso Herxheim) vennero abbandonati. Tuttavia ciò non è sufficiente a dire che la crisi fosse diffusa – come fa notare l´archeologo Nick Thorpe.

Qualunque cosa successe, le ossa facciali vennero fracassate in modo irriconoscibile, "dando un´impressione della distruzione dell´identità individuale, una sorta di violenza psichica contro la persona", conclude Thorpe.