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14 Ottobre 2009 ARCHEOLOGIA
Il Giornale
Tesoro archeologico nascosto in cantina
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Pensavano a un traffico di stupefacenti in quella casa nel centro storico di Ardea, ma quando vi hanno fatto irruzione i carabinieri della compagnia di Anzio e della locale stazione vi hanno trovato un tesoro archeologico di valore inestimabile, nascosto in una miriade di casse situate nella cantina. Il proprietario dell´abitazione, un pensionato di 60 anni, incensurato, è stato denunciato in stato di libertà per ricettazione.

«Si tratta di circa 500 pezzi, soprattutto frammenti, che abbiamo repertato e catalogato - ha detto l´archeologo Francesco Di Mario, responsabile di zona della Sovrintendenza archeologica del Lazio - e fra questi ci sono pezzi di valore inestimabile come un´urna cineraria del terzo secolo Avanti Cristo e una statua in marmo di un´Artemide persiana, probabilmente proveniente da un tempio. Così come la riproduzione di un utero in terracotta, ex voto tipico dei tempi arcaici dell´area latina». Il maggiore Emanuele Gaeta, comandante della compagnia di Anzio, ha spiegato le varie fasi dell´inchiesta: «I nostri uomini avevano notato un continuo andirivieni in quella casa del centro storico, sospettando un traffico illecito di stupefacenti. Ma nell´irruzione si è scoperto questo tesoro archeologico. Probabilmente le persone che si recavano nella casa erano sia tombaroli sia acquirenti. Sono in corso indagini per approfondire la provenienza del materiale che, come è stato confermato, ha un valore inestimabile». Secondo la Sovrintendenza, comunque, gran parte dei reperti provengono da scavi illegali in luoghi dell´antichità del Lazio, che contava centri importanti nel territorio di Ardea e Pomezia. Gran parte del materiale deriverebbe dall´area di un santuario o da un deposito votivo.