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25 Agosto 2009 ARCHEOLOGIA
Rossella Bersani Il Tempo
Museo archeologico clandestino
tempo di lettura previsto 2 min. circa

TERRACINA Porta-profumi, lucerne, statuine d'età romana. Aveva arredato tutta casa con una serie cospicua di reperti archeologici ritrovati nel canale fondano di Sant'Anastasia con la sua lunga attività di sub. Per questo un 63enne di Terracina è stato denunciato dai carabinieri per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato. Militari con il fiuto da archeologici quelli che sono riusciti a scoprire l'attività di F.R. L'uomo si era formato una vera e propria collezione privata grazie alla sua passione per le immersioni. E' stato tutto un caso. L'uomo è stato fermato mentre era alla guida della sua autovettura. A tradirlo è stata la sua forte agitazione. Il suo comportamento ha insospettito i carabinieri, i quali hanno immediatamente pensato che il 63enne nascondesse della droga. In realtà, dopo un'accurata perquisizione veicolare, sono state trovate, nel cruscotto della macchina, delle piccole monete di probabile origine romana. I carabinieri hanno voluto andare a fondo alla vicenda, effettuando una perquisizione domiciliare. A casa di F.R., inaspettatamente, è stato trovato un vero campionario di cose antiche: sei manufatti di terracotta, due ampolle di terracotta, un busto di donna di terracotta, un'anfora di terracotta, 116 monete di bronzo, 38 chiodi di metallo, vari frammenti di metallo (per lo più monete) in corso di identificazione. Sicuramente il reperto più prezioso (almeno da una prima indagine sommaria) è un'anfora. Il reperto, di grandezza pari a mezzo metro, è in ottimo stato di conservazione. Anche questo oggetto antico è di epoca romana. Quanto alle monete, la loro prolungata esposizione all'acqua ha reso illeggibili le scritte dell'epoca, ma indagini più dettagliate permetteranno di risalire al periodo storico originario. Anfore, ampolle, monete: tutto faceva da arredo ad una casa diventata una sorta di museo. Ora bisognerà aspettare la perizia tecnica che potrà determinare il valore, la provenienza e l'epoca a tutti i pezzi ritrovati a casa di R.F. Una volta datati e valutati accuratamente, entreranno a far parte a pieno titolo del patrimonio dello Stato. Il 63enne, in base ad una legge del 2004, ora dovrà rispondere avanti all'autorità giudiziaria del reato di impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato. Il sub con la passione per l'archeologia ha dichiarato che i reperti sono unicamente il frutto delle sue ricerche subacque, sviluppate in una decina d'anni di attività. Gli inquirenti non sospettano in alcun modo altri scenari d'indagine. La zona costiera del fondano è stata sempre ricca di ritrovamenti in strutture emerse e sommerse d'epoca romana.