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8 Giugno 2009 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
Nuovi sviluppi sull'Operazione Sfingi 2007
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Da recenti accertamenti "quantitativi" eseguiti presso l'Università "Amedeo Avogadro" di Alessandria dal Professor Trivero in collaborazione con il Professor Gomez del Politecnico di Torino, si può affermare con un certo margine di sicurezza, che il cosiddetto "Terzo livello" individuato ed esplorato in occasione di "Operazione Sfingi 2007, I - II" da Diego Baratono, presenta effettivamente una cavità sotterranea. Il sito in questione si trova ad Ovest dell'altipiano di el-Giza, ad un'altezza rispetto al Nilo di circa cento metri.

Quella che sembrava essere soltanto una indefinibile percezione sonora, si è rivelata invece essere una concreta e sorprendente realtà. Precisamente, il vuoto ipogeo si è rilevato nel cosiddetto "II caposaldo", zona facente parte dei quattro caposaldi scoperti ed esplorati da Baratono, delimitanti un'area posizionata alle spalle della piramide di Chefren, grande esattamente quanto lo scasso della vasca in cui è collocata la "Sfinge" nota e quindi specularmente collocata ad Ovest rispetto alla precedente area indicata.

Utilizzando la tecnica di "bosing" ed analizzando successivamente l'eco prodotta dall'esperimento nominato, il Professor Trivero in collaborazione con il Professor Gomez sono riusciti a determinare l'altezza del vuoto esistente, che in quel punto si è potuto quantificare esattamente in 21, 5 metri. Si precisa che l'altezza della Sfinge nota ad Est è di circa 20 metri, nondimeno, a scanso di equivoci e strane interpretazioni, che senza i dovuti accertamente in situ non si può ancora assolutamente affermare che l'esistenza di una seconda Sfinge sia cosa certa.

I risultati delle recenti misurazioni consentono, tuttavia, di poter affermare, questo sì, che effettivamente il "Terzo livello", dopo aver accertato al di là di ogni ragionevole dubbio la presenza delle tracce di quella che si può definire una struttura ipogea (rilevazione satellitare all'infrarosso), dopo l'accertata presenza di un insediamento litico microlitico di consistente estensione (si vedano i choppers repertati) risalente al Neolitico superiore, ossia all'epoca della costruzione delle Piramidi, dopo aver determinato con certezza l'esistenza di un'area utilizzata quale cava per l'estrazione del materiale destinato con pochi dubbi all'edificazione degli edifici insistenti sull'altipiano (al proposito si veda la teoria di Baratono sulla costruzione delle Piramidi dall'alto, erezioni di templi, di tombe e così via), è per certo un'importantissimo areale che si può contestualizzare nel quadro dipinto fino ad oggi solo parzialmente per el-Giza. Per quanto possibile, gli accertamenti interdisciplinari, vista la fisionomia sempre più delineata dell'apprestamento, proseguiranno al fine di stabilire con certezza che cosa ho effettivamente scoperto.

Riassumendo, dunque, lo stato della ricerca basata su "Operazione Sfingi 2007, I - II" consente di poter affermare con certezza che il "Terzo livello" esiste. Esistono con certezza le tracce di quella che sembra essere una struttura ipogea. Esiste con certezza un'industria litica microlitica risalente al Neolitico superiore (epoca della costruzione delle Piramidi) insediatasi ad Ovest di el-Giza. Esistono con certezza le tracce di cavatura di materiale litico. Esiste con estrema certezza uno spazio completamente vuoto al di sotto dello strato roccioso, apparentemente roccia in sito, ad Ovest della Piramide di Chefren, quantificabile in 21, 5 metri.