Bella, ricca, nobile e devota, Bassilla non era certo una romana qualsiasi. La sua famiglia era molto nota non solo a Parma ma nell´intera Regio Octava Aemilia e il cognomen della gens Baebia appare più volte anche sulla Tabula Alimentaria incisa ai tempi di Traiano.
Vissuta alla fine del I sec. a.C. nel municipium di Veleia, sull´Appennino piacentino, Bassilla è mossa da un così forte legame con la città da far costruire, a proprie spese, il suggestivo portico tuttora parzialmente visibile nell´area archeologica.
Lo ricorda un´iscrizione rinvenuta lungo il portico occidentale del foro, una grande lastra di marmo che recita "Baebia Bassilla, figlia di Tito, ha offerto il calcidico ai suoi concittadini".
Un gesto munifico ma non inusuale nel mondo romano. Per le famiglie facoltose era quasi un obbligo donare i propri beni alla collettività, un atto da cui traevano onore e prestigio, e che veniva spesso ricordato con iscrizioni o statue celebrative.
Per questo quando il 28 aprile 1760, a pochi passi dall´epigrafe, fu trovato un busto onorifico in bronzo raffigurante una giovane donna, quel ritratto dai lineamenti intensi e tratti accurati fu subito messo in relazione con la figura di Bassilla.
Portata nel Ducale Museo di Antichità di Parma, oggi Museo Archeologico Nazionale, istituito proprio per ospitare i materiali rinvenuti a Veleia, là troneggia tuttora, di fianco ai grandi gruppi marmorei e ai prestigiosi reperti emersi dagli scavi del 1760.
Adesso, dopo due secoli e mezzo, la statua torna a casa, anche se solo in copia, in occasione della Giornata della Donna. Per festeggiarla, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell´Emilia-Romagna ha allestito un angolo espositivo dedicato a "Baebia Bassilla a Veleia: una donna, una città" che sarà inaugurato l´8 marzo nell´Antiquarium annesso alla zona archeologica di Veleia a Lugagnano Val d´Arda (PC).
L´esposizione racconta la storia del reperto e della donna che raffigura attraverso un piccolo apparato didattico: analogo pannello correda l´originale in bronzo della statua, esposto a Parma.
Al termine della mostra, il materiale illustrativo rimarrà pubblicato nel sito della Soprintendenza (www.archeobologna.beniculturali.it) dove sarà a disposizione del pubblico
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